E infine giunsero gli Eterni

(c) Marvel Studios

Devo dire che mi diverte il fatto che in italiano la parola “Eterni” si riferisca a due gruppi di personaggi che non solo non c’entrano nulla tra di loro e appartengono a case editrici diverse, ma che in originale hanno anche un nome del tutto differente: qui ho più volte citato gli Eterni di Sandman, ma il loro nome originale è “Endless”, cioè i senza fine; la traduzione “Eterno” è assolutamente adeguata (anche perché “gli infiniti” avrebbe pensare allo spazio, non al tempo), ma sicuramente non è letterale.

Gli Eterni di questo post sono invece gli “Eternals”, i personaggi Marvel creati da Jack Kirby al suo ritorno alla Case delle Idee dopo un periodo in DC, quando gli fu data completa libertà creativa: il Re partorì questi personaggi che, in origine, non avrebbero dovuto far parte del Marvel Universe e che invece furono poi completamente assimilati, senza badare al fatto che ci potessero essere contraddizioni con quanto già raccontato in altre serie.

Per Kirby, infatti, gli Eterni dovevano essere i personaggi millenari che avevano dato origine ai miti delle varie popolazioni, tanto che i loro nomi ricordavano quelli di divinità o personaggi mitologici vari: Thena/Atena, Makkari/Mercurio, Sersi/Circe, Phastos/Efesto, Ikaris/Icaro e via dicendo in questo modo; peccato che nell’universo Marvel gli dei greci e non solo già esistessero, per cui quando si optò per l’inclusione degli Eterni nel Marvel Universe ci fu anche la necessità di spiegare la situazione, un approfondimento che non è scopo di questo post.

Negli anni gli Eterni assunsero un’importanza variabile: dall’essere relegata in un angolo dimenticato al diventare protagonisti di storie fondamentali e, tramite alcuni membri, anche parte dei Vendicatori (o Avengers, come ormai li conoscono tutti). Sersi è stata un Vendicatore, così come Gilgamesh/Il dimenticato e anche il personaggio che si vede nel primo post credit e che non cito qui per non fare spoiler.

Non solo: una parte degli Eterni, nei fumetti, si trasferì su Titano e Thanos stesso è un Eterno (sebbene deforme).

Dopo anni di silenzio, poi, i personaggi furono presi in carico da Neil Gaiman che li accompagnò nell’era moderna in una storia che, per certi versi, ricorda American Gods e che abbandona tutta l’ingenuità delle vicende originali.

Si capirà, quindi, come l’arrivo degli Eterni al cinema fosse atteso sì dai fan dell’MCU, sempre curiosi quando vengono proposti nuovi personaggi, ma anche dei fumetti, pronti a scoprire come sarebbero stati resi: in aggiunta si aveva un cast di grandi nomi e una regista, Chloé Zaho, di sicuro non associabile istintivamente a un film Marvel.

È proprio la scelta della regista che racconta un approccio ai Marvel Movies parecchio diverso e, per molti versi, coraggioso: Eternals non è un film d’azione, non come lo sono stati i suoi predecessori; è, piuttosto, una storia introspettiva, di fede contro etica, di ricerca di una morale unica che per definizione non esiste, di scontro tra valori, di contrapposizione tra l’enormemente piccolo e l’immensamente grande. È la storia di una famiglia antichissima ma non per questo meno (anzi, esattamente l’opposto) disfunzionale e della scoperta di verità a lungo nascoste.

È, soprattutto, un film di cui è stato rivelato pochissimo in sede di trailer e che prende una direzione imprevista e, per questo, molto gradita.

Dal punto di vista visivo non c’è storia: è epico, coinvolgente, da ammirare sullo schermo più grande a vostra disposizione; e le scene d’azione (come detto non è un film in cui l’azione è protagonista, ma ciò non significa che manchino) sono nuove e sfruttano perfettamente il nuovo set di poteri dei vari personaggi: Makkari viene resa meglio di qualunque Flash visto finora, Ikaris non sfigura nei confronti di Superman, i poteri di Phastos sembrano una danza di creazione. Si osserva e si resta rapiti e dopo più di 25 film non è per niente scontato.

Per quanto riguarda la fedeltà all’originale, gli sceneggiatori Matthew e Ryan Firpo hanno preso a piene mani dall’intera storia Marvel creando una versione degli Eterni che non rispecchia fedelmente nessuna delle storie principali ma si ispira un po’ a tutte, mantenendo una propria fondamentale unicità. Colpisce soprattutto l’aver inserito nel film come elemento portante un’idea che, pur ripresa in seguito, era comparsa originariamente nella Trilogia X di Alex Ross e Jim Kruger, una rilettura del futuro Marvel che solo i veri appassionati ricorderanno.

Quindi abbiamo personaggi molto più malleabili del solito utilizzati ai fini della storia e non viceversa, con inside jokes che solleticano i fan ma non disturbano chi dei personaggi non sa nulla.

Ma Eternals è un film anche per neofiti: in molti ci aspettavamo che ponesse basi molto importanti per la fase 4 e probabilmente sarà così, ma in modo più sottile rispetto all’anticipato; Eternals è a tutti gli effetti una storia a sé, almeno per ora: si innesta nel post Endgame da cui riprende alcuni spunti, ma non è indispensabile aver visto nulla per poterselo godere e, pur seminando per il futuro, non ci è dato sapere in quale direzione i suoi personaggi si muoveranno. Essendo poi il film atipico che è non è da escludersi l’avvicinamento di un pubblico meno avvezzo ai supereroi ma incuriosito da Marvel & Co.

È quindi un film perfetto? Assolutamente no. Guardandolo si ha l’impressione in vari momenti che i tempi non siano sempre ben calcolati: accelerazioni in alcune scene contro altre estremamente diluite, dialoghi lunghi contrapposti ad altri fin troppo frettolosi, personaggi ben approfonditi e altri che avrebbero meritato molto più spazio: Zaho fa un buon lavoro, ma indubbiamente avrebbe potuto fare di meglio.

Ciononostante è un film più che buono, coraggioso – come dicevo all’inizio – e, soprattutto, autonomo: molto più di quanto potessimo auspicare dai trailer.

Spieghiamo brevemente le due scene post credits.

Nella prima vediamo comparire Eros, conosciuto anche come Starfox, interpretato da Harry Styles. La sua presenza conferma qualcosa che chi è lettore dei fumetti già immaginava: non solo su Titano era presente una colonia di Eterni, ma Thanos stesso era un Eterno, esattamente come il suo corrispettivo cartaceo.

Starfox, inoltre, è stato un Avenger, il che apre la porta a molte possibilità.

Assieme a lui vediamo Pip il Troll, un personaggio che sulla carta è legato strettamente ad Adam Warlock, che vedremo in Guardians of The Galaxy 3, e alla Guardia dell’Infinito, che vedeva tra le sue fila un Drax stupidissimo, Gamora e, oltre ad altri, lo stesso Pip. I futuri legami sono potenzialmente tantissimi.

Nella seconda scena compare la lama d’ebano, che già viene citata durante il film, mentre Thena si allena con Excalibur. Dane è infatti pronipote dell’originale Cavaliere Nero della Tavola Rotonda e la spada è quella del suo avo: si tratta di un’arma maledetta che, ogni volta che viene sfoderata, ha bisogno di spillare sangue. Inoltre può portare alla follia il suo possessore.

Dane Whitman, nei fumetti, assume il manto del Cavaliere Nero ed è anch’egli un Avenger, oltre ad avere una relazione con Sersi e anche con Crystal degli Inumani, nonché ad essere importantissimo in una saga legata a Kang (e già sappiamo quanto Kang sarà importante nella fase 4). Di nuovo, materiale succosissimo per il futuro

Se non vi è bastato leggere qui di Eternals potete ascoltare me e altri appassionati parlarne altrove.

In particolare:


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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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