Ritorno

Quasi ogni ritorno da una vacanza è difficile, non scopro certo nulla di nuovo. Ogni ritorno da Lucca Comics è, con altrettanta banalità, un vero e proprio trauma. Questo ritorno è, però, in qualche modo ancora più difficile.

Ieri mattina, durante la bella conferenza di Bao, dopo un discorso di intenzioni imprevisto e, a maggior ragione, estremamente gradito, Michele Foschini ha detto qualcosa che io stesso stavo ripetendo da qualche giorno: quanto fosse bello trascorrere alcuni giorni senza sentire nominare quei due politici che tutti sappiamo, sentendoci in qualche modo protetti in quanto circondati dal nostro mondo sicuro.

Una bolla, ovviamente, e anche talmente irrealistica da essere costituita per almeno il 50% di persone con costumi sgargianti e accessori di cartapesta.

Eppure un toccasana. Anzi, forse proprio per questo un toccasana.

Il respirare qualcosa di bello, la gioia di vivere emozioni senza il veleno che ci sta consumando da troppo tempo.

Non importa quanto stancante (perché sì, è MOLTO stancante), non importa quanti soldi spesi in volumi e gadget (lasciamo perdere), non importa che c’è sempre il momento in cui vorresti essere fuori da quella folla o ti viene da bestemmiare per la quantità di pioggia: niente importa, quando l’anima viene in qualche modo lenita.

E non sono solo i comics. Sono gli amici con cui condividere un’esperienza, con cui sparare cazzate, con cui trascorrere pranzi o cene parlando SOLO di passioni. È conoscere amici di amici e giocarci e scherzarci come ci si conoscesse da sempre, perché alla fine si è tutti lì per passioni e desideri simili se non uguali. Si è, in qualche modo, cugini se non fratelli.

È la locanda degli amici dove ti senti a casa, è il ristorante dove fai tutti i pasti e dove i ristoratori ti accolgono con entusiasmo e salutano con dispiacere. È il pianificare di vedere mille persone e poi non riuscirci perché non tutto si può incastrare, ma sapere che non è per mancanza di volontà, ma solo perché c’è tanto,troppo, per tutti.

È sorridere a sconosciuti e ricevere un sorriso in cambio. È, dopo tanti anni, sapere cosa può valere la pena e cosa no e sorridere verso le scoperte altrui.

È stare bene, senza pensieri, senza patemi, senza altro che vivere un po’ di magia.

Poi finisce, perché tutto finisce, e il colpo è piuttosto forte. Il mio ultimo post parlava di Samhain e Lucca cade sempre a ridosso di Samhain, finendo per essere la celebrazione ideale per me e molti e come me.

È finito un anno, ne inizia uno nuovo e per quanto ogni fibra urli diversamente tocca accettarlo e rimboccarsi le maniche per far sì che sia migliore del precedente. Non solo per noi, per tutti, mai come ora.

Nel discorso di Foschini di cui parlavo prima c’era la promessa di tenere la testa alta e di lottare in tal senso. È necessario che lo facciamo tutti. Mai come ora.

Tutto finisce, è vero.

Ma poi tutto comincia di nuovo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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