In un week-end

Può succedere di partire in auto per Roma.

Può succedere di rischiare la vita dopo pochi chilometri perché un imbecille deve mandare sms.

Può succedere di impiegare otto ore per rallentamenti vari.

Può succedere di riabbracciare amici che si incontravano da tempo e sapere che è come non fosse passato un minuto.

Può succedere che una serata trascorsa con due cari amici a mangiare Pizza Cacio e Pepe, Supplì e “la pizza più buona di Roma” riesca a trascorrere in un lampo.

Può succedere di trascorrere una mattina a casa di un caro amico solo per chiacchierare.

Può succedere di rincorrersi con altri amici per metà  giornata.

Può succedere di mangiare una meravigliosa Amatriciana mantecata dentro una forma di Parmigiano.

Può succedere di incontrare finalmente persone di cui si conoscevano solo le parole e scoprirle anche più speciali del previsto.

Può succedere di dormire 6 ore in due giorni.

Può succedere di rischiare di perdersi proprio perché guidati dai nativi.

Può succedere di fare un brindisi per chi non c’è più e sentire che poche parole sanno unire più di un lungo discorso.

Può succedere di sbagliare a comprare un volume a fumetti e trovarsi quindi con una copia doppia.

Può succedere di sentire comunque la mancanza di chi non c’è.

Può succedere di star bene e di capire che, per quanto il luogo sia sempre meraviglioso, quel calore nasce da chi si ha intorno, ovunque ci si trovi insieme.

Può succedere di arrivare alla domenica sera, dopo 15 ore di guida in due giorni, ed essere sfatti ma di riuscire a dire “ci voleva”.

Sì, può succedere.