The Gifted: 2×01 eMergence
Sono passati otto mesi dall’ultimo episodio andato in onda di The Gifted e, con una scelta funzionale, pochi meno – sei – nell’universo fittizio della serie. Dopo una breve introduzione volta a mostrarci l’evoluzione del Club Infernale, l’intero episodio si focalizza sul fare il punto della situazione, mostrandoci dove si trovano – fisicamente ed emotivamente – i personaggi che abbiamo lasciato nel finale della stagione precedente.
Sul fronte del Club, il cambio ai vertici è stato repentino e cruento: l’introduzione di Reeva, personaggio mai visto ma che scopriamo aver agito nell’ombra da parecchio tempo, porta a un sovvertimento dello status quo e all’istituzione della Cerchia Interna, i cui membri sembrano essere, oltre a Reeva stessa, le Naiadi, Polaris e il giovane Andy Von Strucker con un nuovissimo look liberamente ispirato a Roy Batty.
L’ottima rilettura delle classiche storie e dinamiche dei fumetti prosegue, quindi, anche in questa première: se nei comics l’Hellfire Club era di per sé un circolo per ricchi e potenti e solo l’Inner Circle era in realtà una società segreta mutante volta alla conquista del potere, qui abbiamo sostanzialmente lo stesso scopo con fini e modalità estremamente diversi; mentre i membri del Club erano propensi, infatti, a una gestione delle problematiche mutanti tutto sommato discreta e poco visibile, Reeva è invece a tutti gli effetti la Magneto (prima versione) della situazione: il suo scopo è la difesa della razza mutante e la creazione di un luogo volto alla protezione della sua gente (con chiari riferimenti all’Utopia cartacea), un obiettivo che sarebbe considerabile anche piuttosto comprensibile se non fosse disposta a raggiungerlo letteralmente con ogni mezzo, come l’uccisione a sangue freddo dell’intero corpo direttivo del Club e l’abbattimento dell’aereo nella stagione precedente hanno ben dimostrato.
Se, quindi, per buona parte della prima stagione la narrazione era focalizzata sulla dicotomia tra umani e mutanti, tra oppressione e volontà di sopravvivere, ora le parti in gioco diventano tre: il governo con i suoi Sentinel Services sempre più brutali e senza scrupoli, la Cerchia Interna col suo essere pronta a tutto e, ovviamente, la Rete Mutante, fedele per quanto possibile al sogno di Xavier e proprio per questo sempre più in difficoltà.
Thunderbird e gli altri, creduti morti dopo Atlanta, cercano di salvare il maggior numero di mutanti dai raid delle Sentinelle, ma le forze sono sempre meno e gli ostacoli non fanno che aumentare, internamente ed esternamente. La famiglia Strucker è l’esempio più lampante: l’abbandono di Andy ha di fatto creato una lacerazione che i tre membri rimasti cercano in parte di ignorare e, ove possibile, di rammendare alla bell’e meglio. Caitlin, che ha sempre avuto il ruolo più protettivo, non riesce a farsi una ragione e in qualche modo si autoconvince che il figlio non se ne sia andato di propria volontà, alimentando così un’ossessione che avvelena la vita coi suoi cari, Laurel in primis, che fatica sempre più a gestire il carico emotivo dell’assenza del fratello e della disperazione della madre sommato a quello della precaria situazione mutante.
In tutto questo, lo stesso Reed non riesce a esprimere le proprie preoccupazioni e il fatto che tra queste ci sia il potenziale risveglio del suo gene mutante non è cosa da poco.
Tra gli altri alleati, quello maggiormente in crisi è Marcos: la lontananza dalla donna che ama e l’approssimarsi della nascita della bambina lo portano a essere sempre meno razionale – dote che non è che sia mai stata il suo forte – e di conseguenza più impulsivo; non è un caso che una missione potenzialmente disastrosa veda protagonisti lui e Caitlin, carichi degli stessi livelli di ossessione e disperazione.
Se, quindi, parte dell’episodio è focalizzato nel mostrarci lo status quo, il resto mette in moto una prima serie di eventi, a partire dallo scenografico parto di Polaris. I poteri della donna sono sempre meno sotto controllo e il travaglio li scatena al punto da rendere partecipe, almeno parzialmente, il padre della bambina dall’altra parte della città. La Lorna che vediamo in questo episodio, a sei mesi di distanza, è notevolmente più equilibrata e sembra aver trovato una propria stabilità mentale, sicuramente grazie alle cure della Cerchia Interna: abbiamo apprezzato, in quest’ottica, la scelta di non renderla completamente succube dei suoi nuovi alleati, bensì di fornirle continui dubbi relativi alla propria sicurezza e a quella di sua figlia. L’unico membro di sua completa fiducia è Andy, che pur in modo molto bambinesco e sicuramente un po’ impacciato, cerca di dimostrarsene degno. Lo sterminio del Club, di cui Polaris riceve conferma da Reeva stessa, e l’importanza dei suoi poteri sono per Lorna chiare indicazioni che, in caso di parto difficile, la Cerchia non si farebbe problemi a sacrificare sua figlia: una deduzione che sembra venire completamente disattesa quando sono le Naiadi stesse ad aiutarla e guidarla per permettere di portare a termine il parto.
Dov’è, quindi, la verità? Reeva è davvero un personaggio con fini nobili seppur pronta a tutto? Che significato ha il sogno drammatico di Laurel? Quale ruolo avranno gli eventuali nuovi poteri di Reed? E, soprattutto, quando avremo un incontro/scontro diretto tra le due fazioni mutanti?
Tante domande, altrettanto desiderio di proseguire la visione, grazie a una première ben dosata che si prende i suoi tempi ma che fa pregustare una stagione avvincente tanto se non più della precedente. Gli sceneggiatori sembrano aver deciso il tono da dare alla narrazione e la nostra buona conoscenza di tutti i personaggi ci permette di poter saltare a pié pari nelle nuove vicende.