In attesa di cosa

Sono più di otto mesi che non lavoro al romanzo.
Il primo periodo di pausa è stato voluto: volevo che un po’ di persone avessero modo di leggerlo per poi avere qualche parere, nel caso ci fossero state modifiche da apportare prima di proseguire.
Nel frattempo, speravo, alcune idee in quel momento latitanti si sarebbero sbloccate e sarei ripartito a breve.

Poi, però, le persone hanno latitato un po’.
Alcune latitano tutt’ora.
Qualcuna la do proprio per dispersa (con tanti ringraziamenti).
Poi c’è stato Zen.
Poi i casini in cui ancora sono immerso.

E ora, a più di otto mesi, avrei una gran voglia di riprendere, di mettermi in poltrona e lasciare che le parole escano, che i personaggi tornino a vivere, che la vicenda finisca.

E so anche che non ci si sblocca aspettando senza far nulla.

E ancora so che ogni giorno in cui non scrivo è un giorno perso.

Ma sapere e mettere in pratica sono cose non sempre corrispondenti.

Ho bisogno di svuotare la testa, di permetterle di tornare a sognare.

Ecco, forse il problema è quello.

Non sto sognando.

Non sto riuscendo a sognare.

Questo manca.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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8 risposte

  1. Jabez ha detto:

    Io ho finalmente ripreso a leggerlo! Temo di essere uno dei latitanti ringraziati…

  2. Monica ha detto:

    Anche io sto lavorando ad un romanzo dall’anno scorso e mi sono ripromessa di finirlo quest’anno dopo 11 anni che non ne termino uno. E anche io provo le tue stesse sensazioni. Anche io ho mandato bozze a persone che poi hanno latitato. Ma, se vuoi, posso leggerlo io.

  3. Monica ha detto:

    A me fa piacere. Il mio indirizzo email lo sai 🙂

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