Un bambino ed il suo tigrotto
Difficile credere che qualcuno possa non conoscere Calvin & Hobbes, la splendida striscia ideata e disegnata da Bill Watterson dal novembre 1985 al dicembre 1995.
Difficile perché anche se magari non si ha avuto l’occasione di leggerla assiduamente o anche sporadicamente, si tratta di una di quelle opere che sono riuscite ad entrare a forza nell’immaginario collettivo e ad essere citate in modo più o meno corretto e più o meno lecito in tutto il mondo.
Lungi da me stare a fare un’analisi critica o una sinossi di tutte le strisce in questione, ma siccome ho avuto la splendida possibilità di leggere quel gioiello (per edizione e contenuto) che è il “Complete Calvin & Hobbes” mi sembrava carino parlarne un po’ qui sopra.
Di chi stiamo parlando, insomma?
Calvin è un bambino di 6 anni, un bambino sicuramente un po’ solo ma anche estremamente dotato di fantasia e quella dose di follia che può farlo amare od odiare a seconda dei momenti: probabilmente i nostri genitori l”avrebbero chiamato un “gianburrasca”, giusto per capirci; dicevo che Calvin è piuttosto solo, dato che sostanzialmente ha solo due amici, una umana ed uno un po’ meno.
L’amichetta umana è Susie, una bambina con cui c’è il classico rapporto di competizione/simpatia che ci può essere tra bimbi di quell’età , mentre il suo vero e fondamentale amico è Hobbes, una tigre di peluche.
O meglio, Hobbes, una tigre che il mondo intero vede di peluche, ma che per Calvin è viva, dotata di una personalità complessa e complementare e, soprattutto, il miglior amico che un bambino possa avere su questa terra.
Hobbes è per Calvin compagno di avventure, avversario, predatore (fantastiche le strisce in cui Hobbes fa agguati al povero Calvin che rientra da scuola), protettore, confidente, grillo parlante e chi più ne ha più ne metta.
Il genio di Watterson sta proprio nel modo in cui riesce a rendere la fertile fantasia di Calvin nel rapportarsi al noioso mondo che lo circonda: Hobbes è l”amico fedele, dicevamo, ma una scatola di cartone diventa (a seconda dei casi) un replicatore o una macchina del tempo, Calvin stesso diventa un pilota spaziale, un Tirannosauro, un avventuriero, un verme, una mosca e potrei continuare per pagine; è così che vignetta per vignetta vediamo prima il mondo secondo lo sguardo di Calvin e poi secondo il resto delle persone ed è impossibile, assolutamente impossibile trattenere le risa.
Volendo potremmo catalogare le strisce secondo vari “filoni”, da quelle con Calvin che vola con la fantasia, a quelle in cui cerca di disgustare Susie all’ora di pranzo, a quelle in cui svicola i compiti o il pranzo non di suo gradimento; per quanto mi riguarda, comunque, uno dei più geniali è rappresentato dai pupazzi di neve: Calvin adora fare pupazzi di neve, ma quelli “normali” non soddisfano il suo senso artistico… ecco perché nascono dei veri e propri diorami a tema (molto spesso horror) “interpretati” dai suoi pupazzi… e non c’è una volta in cui si riesca a non ridere.
Un esempio lo mostro di seguito e qualcun altro lo potete trovare a questo link: http://themeekgroup.com/Snowmen/
In realtà potrei parlare ancora molto della tenerezza di alcuni momenti (ad esempio quando Calvin “incontra” la morte dopo aver salvato un uccellino e chiede ad Hobbes di non lasciarlo mai) al divertimento puro di altri (tipo le lotte con la baby-sitter), ma so già che non potrei render mai merito a quest’opera: l’unica è suggerirvi di leggerla; in qualunque libreria troverete alcuni estratti in italiano, ma se conoscete l’inglese e siete disposti a investire qualche soldo, beh, procuratevi il “complete”; le battute in lingua originale sono spesso intraducibili a dovere e quell’edizione merita di per sé.
adoro calvin e hobbes da quando l'ho scoperto (e letto tutto) in danese (!) e anche io ho il complete. Adoro i suoi pupazzi di neve. Ma adoro anche ora – da genitore – le risposte immaginifiche del padre alle sue domande sul mondo… eh eh eh
mi fa grignare anche solo ripensarci!
Già! Soprattutto quelle che si concludono che Calvin che corre dalla madre 😀