Suck – Una storia d’amore

Una premessa fondamentale: “Il vangelo secondo Biff” rimane, al momento, ineguagliato e, temo, ineguagliabile; questo dev’essere un punto fermo analizzando un libro di Christopher Moore.

Detto questo occorre notare che Suck parte con un piccolo svantaggio: si tratta del secondo volume di una trilogia il cui terzo volume (“Bite me”) è appena uscito negli Stati Uniti ed il primo (“Bloodsucking Fiends: A Love Story”) non è mai comparso in Italia; detta così sembra una lettura che non varrebbe la pena  iniziare, ma in realtà è un libro che merita nonostante i “problemi alla partenza”: certo, essendo un “secondo volume” non si ha modo di affezionarsi ai personaggi, che esistono senza “essere presentati”, eppure si riesce ad entrare nelle vicende in modo quasi immediato, sfruttando i vari riferimenti all’altro romanzo che Moore fa quando necessario.

Ma passiamo alla storia: Suck è il modo di Moore di affrontare il tema vampiri, ormai tanto abusato, mettendoci la follia e la malizia di cui è capace; in Suck abbiamo Tommy, appena vampirizzato dalla sua amata Jodie, che cerca di prendere le misure con la sua nuova vita: i problemi dell’alimentazione, i cliché, la necessità di evitare di finire impalati, cosucce del genere; e già che c’è si trova a scoprire quanto il sesso con Jodie abbia avuto da guadagnare nella trasformazione.

Eppure, ovviamente, non tutto può andare per il verso giusto: tra schiavi fuori di testa, una prostituta blu che vuole essere vampirizzata e personaggi vari in cerca di vendetta non si può certo dire che la vita per i nostri giovani amanti vampiri sia facile e Moore, per primo, si diverte a renderla molto “interessante”.

Una curiosità: oltre ad essere un seguito del succitato “Bloodsucking Friends”, “Suck” presenta anche dei veri e propri momenti “Cross-Over” con “Un lavoro sporco”, tanto che si trovano scene uguali viste e raccontate da protagonisti diversi, oltre ad avere alcuni personaggi principali che erano mere comparse nell’altro romanzo.

In sostanza Moore sa imbastire una storia folle, divertente, dissacrante e sa, soprattutto, strizzare l’occhio al lettore: magari da non leggere come “esempio” della sua opera, ma indubbiamente più che gradevole.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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