Lo Stato dell’Unione

Ricevere un libro in regalo può essere un piacere o una frustrazione.
Se il libro viene regalato tanto per regalare qualcosa, senza conoscere i gusti del destinatario o, peggio ancora, solo perché quel libro “va di moda” allora il rischio di fare un tonfo è grande, ma se il libro è un dono ragionato che viene fatto o perché si conoscono i gusti di chi lo riceve oppure perché lo si è letto ed è piaciuto tanto da volerlo condividere allora ci troviamo di fronte ad una splendida occasione.

“Lo stato dell’unione” mi è stato regalato da un buon amico (grazie ancora, Chris) in occasione del mio compleanno: gli era piaciuto tanto da pensare che potessi gradirlo anch’io; tra l’altro aveva notato che io, come lui, leggo pochissimi autori italiani perché spesso non ne sopporto lo stile ed era convinto che invece questo terzo libro di Tullio Avoledo mi sarebbe piaciuto anche in tal senso.

Che dire? Aveva pienamente ragione.

Ho divorato il romanzo in due giorni scarsi e l’ho trovato avvincente, a tratti divertente ed altre volte veramente inquietante e soprattutto, purtroppo, terribilmente realistico in determinate situazioni ed ipotesi.

E’ difficile definirne il genere: Thriller? No, a parte nella fase finale; Fantapolitica? Forse sì, ma quel “Fanta” gli sta veramente stretto ed, onestamente, lo trovo più una commistione di generi: una ricetta unica e sicuramente ben riuscita.

La vicenda si svolge in Italia, in una regione non ben identificata, forse immaginaria e forse no: un pubblicitario cinquantenne, reduce da un brutto fallimento (la cui causa verrà  poi spiegata nel libro) viene contattato dall’Assessore alla Cultura per occuparsi di una compagnia di sensibilizzazione e propaganda riguardo le origini celtiche della regione.
Peccato che di Celti, in quella zona, non se ne siano mai visti e, soprattutto, perché pagare tanto per un argomento che sembrerebbe ridicolo?

Il protagonista, voce narrante della vicenda, cercherà  di vederci chiaro e scoprirà  forse più di quanto avrebbe voluto.

Una piccola chicca che ho trovato geniale: tutti i capitoli hanno un titolo composto sempre dalle ultime parole del capitolo precedente e partono con le stesse parole, pur presentando sempre un cambiamento di scena.

Bello, davvero.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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5 risposte

  1. Melina2811 ha detto:

    ciao e buon ponte del 25 aprile da Maria

  2. Aries ha detto:

    Grazie, altrettanto 🙂

  3. websurfer ha detto:

    Mi piacciono le recensioni…mi indicano cosa c’è di nuovo in giro e che tipo di sensazioni, emozioni, reazioni ha suscitato la lettura…poi, ovviamente, scelgo secondo i miei gusti personali “assaggiando” in libreria il libro in questione!

  4. utente anonimo ha detto:

    😉

    Chris

  5. Aries ha detto:

    @websurfer: sono lieto che questi miei vaneggiamenti abbiano la loro utilità , grazie! :))))

    @Chris: grazie ancora 😉

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