Volevano bullizzarmi

Qualche giorno fa, mentre scorrevo video su TikTok, mi è capitato quello di una ragazza che, in pratica, chiedeva quali fossero quelle caratteristiche in una donna che facessero evitare di volerla frequentare. Le red flag, in soldoni.

Guardando i commenti sono rimasto disgustato dal vedere la quantità di risposte da uomini che citavano sostanzialmente due “enormi problemi”: l’essere femminista e/o di sinistra (o, per usare le loro parole, “comunista”).

Già su questo ci sarebbe molto da dire, ma voglio prima proseguire il racconto.

Io non sono solito commentare soprattutto su TikTok, ma mi sembrava che tutte quelle reazioni fossero troppe per non scrivere qualcosa di diverso, per cui ho aggiunto la mia scrivendo che chiunque fosse razzista, omofoba e/o non femminista avrebbe potuto starmi lontana e io avrei fatto altrettanto.

Ovviamente mi aspettavo qualche reazione e, per certi versi, ne ho ricevute meno del previsto. Tanti like di gente che evidentemente era d’accordo ma restava silente e poi due reazioni, una da un uomo e una da una donna, che meritano menzione per fare qualche ragionamento.

L’uomo ha risposto con le classiche frasi dell’estremista di destra indottrinato, a cui ho risposto con malcelato divertimento per la banalità delle frasi e quando ha aggiunto che “per fortuna a breve ci sarà una bella ripulita” gli ho solo dato ragione. Sempre col sorriso.

La donna è stata per certi versi più notevole, perché dal nulla ha commentato che, dato il mio aspetto fisico, il problema per me non si poneva. Io ho risposto poco, le ho giusto mandato dei baci per farla arrabbiare un po’, ma altre persone hanno commentato dandole addosso e lei è riuscita solo a ribadire che era giustificata a scrivere ciò che aveva scritto perché “aveva gli occhi” e “bastava guardarmi”.

Ora, io ho passato l’adolescenza a essere bullizzato e la vita adulta a confrontarmi con una società grassofobica: non sarà certo una fascistella di Livorno (sì, dato che aveva profilo aperto e nome e cognome, non è stato difficile scoprire di dove fosse) a toccarmi e alla fine – come ho risposto a una persona che si diceva dispiaciuta e schifata dal suo comportamento – quella che si è qualificata è soltanto lei. Ma mettiamo caso che io fossi stato un adolescente, come spesso accade. E che magari quel commento non fosse neanche il primo che avessi ricevuto. I danni che poteva fare una sola persona con la sua cattiveria gratuita sarebbero stati incalcolabili.

Ed è qui che vorrei fermarmi. La cattiveria. Entrambe queste persone, entrambe evidentemente di una destra ben lontana dal centro, hanno saputo fare solo una cosa: attaccare, ripetere frasi fatte, insultare. E l’hanno fatto con una persona che ha “solo” detto che non vorrebbe avere una relazione con una persona con idee simili alle loro. Questo è il livello di dialogo che esiste oggi non solo in Italia, ma in parecchi paesi ed è questa la sfida più grande che ci troveremo ad affrontare se vogliamo sperare di mandare in vacca del tutto questo pianeta o – meglio – le pseudociviltà che ci abbiamo costruito sopra.

Il confronto è un dono, la dialettica, la capacità di confrontarsi anche e soprattutto in disaccordo, sono la base preziosa per la crescita di una società, ma invece abbiamo uno zoccolo sempre più duro di individui che parlano per slogan, ripetono a pappagallo parole e frasi sentite tante volte da perdere significato, attaccano la persona perché non sanno confrontare le idee. E in tutto questo la scuola sta venendo smantellata, perché una popolazione che impara a ragionare e avere senso critico, non sarà mai governabile come fossero greggi.

Pensate anche solo all’utilizzo indiscriminato della parola femminista, quando neanche sanno cosa davvero il femminismo sia, o comunista, degni figli di un linguaggio che risale a quando Berlusconi attaccava chiunque fosse a sx di Forza Italia. In tutto questo si sta caricando l’odio di quegli uomini che non sopportano il loro privilegio venga messo in discussione, supportati da quelle donne il cui patriarcato interiorizzato è così immenso da renderle anche più rabbiose dei loro degni compari.

Come si vince un odio del genere? Una tale incapacità di interagire e apprendere?

Non lo so, ma so che non possiamo lasciare i ragazzi in balia di questo schifo, o non ne usciremo più. Dobbiamo mostrare che c’è altro lì fuori. Dobbiamo continuare la nostra lotto per quanto appaia contro i mulini a vento. Dobbiamo restare in piedi, cercare di non farci toccare e ricordarci che in realtà non siamo soli. Loro sono pericolosi, sì. Rumorosi, anche. Ma possiamo ancora farcela.

Lo dimostrano (anche) le persone intervenute a difendermi anche se non mi conoscevano e non ho mai visto o sentito.

È una lotta lunga e faticosa di cui facilmente la mia generazione e forse neanche i millenial vedremo la fine, ma che non possiamo permetterci di perdere.

Anche per coloro che ci vedono come nemici.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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