31 dicembre 2024
Non amo particolarmente i post di fine anno, soprattutto perché – lo dico sempre – per me l’anno non finisce ora, ma in autunno. Una data prefissata tanto per definire una fine e un inizio conta lo stesso? Probabilmente no, ma ogni momento forse è valido per fermarsi un secondo, respirare e guardarsi indietro.
È stato un anno difficile. Personalmente e socialmente. Un anno di stragi e genocidio inimmaginabile (e sì, checché ne dicano alcune persone, “genocidio” è l’unica parola utilizzabile), di guerre, di violenza di genere, di avanzamento di tanta merda che si sperava non avesse più il coraggio di alzare la testa.
E personalmente, per quanto di cose belle e di persone splendide ce ne siano state tante, ho dovuto comunque trascorrere uno dei mesi di agosto peggiori da tempo, riaffrontare spettri che sembrano sparire per poi tornare più incattiviti. Ho dovuto fare scelte per prendermi cura di me che mi portano a dover stare attento ai soldi come non capitava da tempo e, anche qui, combattere l’impressione di andare avanti per poi tornare al punto di partenza.
Ho dovuto (e devo) combattere il senso di solitudine che troppe volte mi accompagna.
Ho dovuto tornare a interagire con medici incapaci di comprendere come parlare a un paziente.
Ho lottato e lotto con la sensazione che se investo 1.000/10.000/100.000 in qualcosa (che sia emotivamente, psicologicamente, in energie), il ritorno c’è, ma è forse di 10, 20 al massimo.
Ho anche avuto l’ennesima dimostrazione che ci sono persone che ti stanno attorno solo se fa comodo, se sei utile, se non rompi troppo il cazzo. Ma appena alzi la testa o esci dal giro della loro percepita utilità si fanno vapore. O forse gas metano. Bene così, eh? Mi tengo volentieri accanto chi davvero vuole esserci, siano essi vicini o lontani? Gli altri si fottano. E se hai il dubbio stia parlando di te, beh, allora probabilmente lo sto facendo.
Ma, ripeto, ho avuto tanta bellezza. In questi giorni ho ricevuto pensieri e regali da persone lontane, anche solo per dirmi “sei nei miei pensieri”. C’è stato chi ha preso ed è venuto a Lucca solo per essere presente al panel. C’è chi ha voluto ricordarmi il bene che mi vuole in ogni modo possibile, anche e soprattutto quando non ha potuto farlo fisicamente.
C’è e c’è stato chi ha cercato di farsi sentire quasi ogni giorno, anche solo per sapere come andasse e come va.
Ecco, una cosa che posso dire di quest’anno è che è stato molto bravo a mettere in discussione i rapporti, cassandone diversi, salvandone altri, creandone qualcuno di nuovo.
E a insegnarmi che ora, meno che mai, non ho più cazzi: non ho cazzi di star dietro a gente che non vuole sbattersi, non ho cazzi di essere gentile con chi non lo merita, non ho cazzi di non dire le cose come stanno perché se no qualcuno di cui non mi importa potrebbe rimanerci male.
Non ho cazzi.
Cosa augurarmi per il 2025? Io so di cosa sento il bisogno. Di tornare a sentirmi pienamente vivo. Di avere serenità e qualche picco di felicità. Di tranquillità finanziaria. Di salute. Di soddisfazioni. Di passione. Ma anche di momenti di coccole sul mio divano. Di calore. Ecco, sì, di calore. Di calore che sia mio. Non preso in prestito. Non rubato. Non centellinato. Mio e in abbondanza.
E mi auguro, ci auguro, che l’ondata di merda che sembra pronta a travolgerci si sgonfi. Che ciò che di orribile è ancora in corso termini e i responsabili vengano puniti.
E poi la fantascienza: che nessuna donna debba più subire alcun tipo di violenza, umiliazione, sopruso. Che i “se l’è cercata” muoiano assieme a chi li dice. Che i colpevoli siano finalmente visti come tali. Che il patriarcato venga prima riconosciuto definitivamente e poi annientato. Che il femminismo sparisca perché non c’è più bisogno di lui.
Anzi, no. Quest’ultima no. Perché anche dopo sarà sempre importante non abbassare la guardia.
E a voi? Auguro di sentirvi completi. Appagati. Con quella giusta dose di fame e sete che non vi faccia adagiare sugli allori. Con quella curiosità che non vi faccia mai credere di aver imparato tutto dalla vita. Con la gratitudine per ciò che avete, la consapevolezza di ciò che desiderate e la forza di raggiungere o quanto meno camminare nella giusta direzione.
Vi auguro, soprattutto, che tutti gli anni che avete vissuto si rivelino i peggiori della vostra vita e che ve ne rendiate conto per quanto speciali saranno i giorni a venire.
Illuso?
Forse.
Ma preferisco speranzoso.
Le illusioni si possono infrangere, la speranza può essere eterna.
Buona fine, buon 2025.
In bocca al lupo a tutti noi.
Vi abbraccio forte.
PS: non ho volutamente messo come immagine dei fuochi d’artificio. Non sparate botti. O sparateveli in culo, se proprio dovete. Ancora auguri