Ringraziare. Soprattutto ora.

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Chi segue questo blog da anni (ebbene sì, sembra che qualcuno ci sia, cosa che non finirà mai di stupirmi) sa che è ormai mia abitudine macchiarmi di appropriazione culturale e fare un po’ mio il Giorno del Ringraziamento, approfittandone per ricordarmi le cose di cui posso e devo essere grato.

Quest’anno, banalità suprema, non è certo un forte richiamo al ringraziamento e i post su questo blog ne sono la riprova, tra sfoghi, incazzature e quant’altro.

Eppure proprio in un anno del genere è fondamentale ricordarsi che c’è del bello in ciò che viviamo ogni giorno o che abbiamo sperimentato del bello nel grigio o nero che ci hanno circondati. E ringraziare non significa sminuire quanto di terribile stiamo vivendo, ma valorizzare ciò che, invece, in qualche modo ci ha salvati o anche solo aiutati.

La prima cosa di cui devo ringraziare è di stare bene. Che io sappia non ho contratto il covid o, se l’ho fatto, è stato asintomatico. Fatto sta che sto bene, compatibilmente col mio pessimo fisico, e questo, quest’anno, è un dono unico.

Ringrazio di avere ancora lavoro. Ne ho perso, assolutamente sì, e sicuramente devo controllare molto di più le spese, ma riesco ancora a viverne e questo non è affatto scontato.

Ringrazio delle tre pesti. Non so quante volte l’ho ripetuto quest’anno, ma se non ci fossero stati loro durante il lockdown sarei impazzito. Avere qualcuno di cui prendersi cura è a sua volta un modo importante di prendersi cura di noi stessi. E, ovviamente, ringrazio che l’intervento di Sasha sia andato bene.

Ringrazio di Costanza. È una delle persone che più stimo e a cui voglio più bene nella mia vita. È stata una presenza costante e indispensabile nei mesi del lockdown, ma anche prima e dopo. Supporto, confronto, cazzeggio, sintonia. E Astronomiti. Non sarebbe nato senza di lei ed è espressione perfetta di entrambi, un’espressione che ha ricevuto tanti di quei riscontri e di quegli apprezzamenti che ancora adesso fatichiamo a capacitarcene. Ora, mentre scrivo, Astronomiti è ancora negli staff picks di Spreaker nonostante non escano episodi da tre settimane. Torneremo, lo sapete, ma intanto non posso non ringraziare di avere Costanza nella mia vita e Astronomiti come nostra creatura.

Ringrazio di Polo Nerd. L’anno scorso era la novità, ma quest’anno è stata l’esplosione. Finalmente le case editrici e gli autori hanno iniziato a vederci come interlocutori meritevoli. I numeri sono esplosi e ormai superano regolarmente i 3.000 ascolti al mese. E l’affetto di chi ci ascolta è sempre più vivo e tangibile. E giusto oggi abbiamo ricevuto un attestato di stima (anche molto materiale) da parte di una persona in Sergio Bonelli, che ci ha lasciato immensamente grati e increduli.

Ringrazio dei non enormi ma costanti ascolti sull’audiolibro. Non siete tantissimi, ma lo ascoltate, sembrate apprezzarlo, lo state facendo vostro. I commenti mi rendono felice (e da questo punto di vista, Chiara è una fonte di gioia immensa, così come lo è stata Elly quando ha finito di leggere la versione cartacea). Sì, vorrei fosse ancora più diffuso. Vorrei avesse una vita editoriale vera. Ma sta vivendo in chi ha voglia di ascoltarlo e ne sono grato e felice.

Ringrazio, appunto, dell’entusiasmo di Elly per il romanzo, che mi ha minacciato più volte affinché iniziassi a scriverne un altro.

Ringrazio di chi ha donato a Polo Nerd, ad Astronomiti, al mio Buymeacoffee personale, a chi compra il merchandising. È un sostegno materiale, certo, ma anche fondamentalmente morale.

Ringrazio di ogni singola volta che qualcuno ha avuto voglia di leggermi, ascoltarmi e/o condividermi.

Ringrazio di chi è rimasto. Di chi c’è stato. Di chi ha chiesto. Quest’anno ha visto persone e rapporti dissolversi, ha visto conferme che non sono arrivate, ha visto silenzi pesanti. Ha visto anche almeno un paio di facce toste sparite per poi farsi rivedere in caso di necessità. Ma c’è chi è rimasto. C’è chi si è preoccupato. C’è chi ha voluto ricordare la sua presenza. Conta. E conta molto.

Ringrazio di chi è arrivato. Quest’anno ha visto arrivare persone che magari mi hanno scoperto su qualche social o grazie al podcast che pian piano sono diventate presenze discrete ma costanti o addirittura in crescita, che a volte mi hanno permesso di vedermi con gli occhi altrui ed essere lusingato da ciò che mi ritornava indietro. Grazie.

Ringrazio anche chi non c’è più. Che le energie necessarie è meglio direzionarle altrove.

Ringrazio di essere riuscito ad andare a Londra a dicembre e a gennaio, prima che la follia colpisse.

Come sempre, ringrazio di camminare.

Ringrazio di molte delle cose per cui già ringraziavo lo scorso anno (potete rileggerlo qui), ma una la voglio ripetere, aggiornandola: ringrazio, a 46 anni, di non essere ancora appagato. Che è e sarà sempre la mia maledizione, ma è anche ciò che mi continua a far sentire vivo. Anche quando sono stanco. Anche quando sono insoddisfatto. Anche quando dimentico per cosa ringraziare.

Grazie.


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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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