Di nuovo lì
Stamattina sono andato a fare una camminata veloce per provare a far passare un po’ di mal di schiena.
Dato che la Martesana è mediamente piena di gente ho deciso di andare al Parco Nord, un po’ più lontano, ma un posto veramente bello per passeggiare, camminare, starsene in mezzo al verde.
Il Parco è enorme e la zona che frequento io ne è solo una minima frazione, percorribile sia attraversando prati e boschi che muovendosi lungo tragitti disegnati. Io di solito faccio questo, a meno che non debba far volere il mio drone X-Wing (cosa che, colpevolmente, non faccio da più di un anno).
I percorsi sono puliti, ben delimitati, ma in linea di massima non formano angoli retti o un cerchio: in molti casi formano triangoli più o meno stretti, con l’effetto che la propria posizione posizione può non sempre essere ben chiara se non si conosce il posto.
Il giro che ho fatto stamattina è stato di circa 4 km e, quando ero verso la fine, mi sono accorto che stavo arrivando in un punto che non avevo previsto, avvicinandomi a un’area che avevo incrociato all’inizio ma da un’angolazione completamente diversa da quella che avevo previsto.
Mi sono fermato, incuriosito, e mi sono guardato alle spalle, capendo precisamente dov’ero: un punto dove non solo in passato avevamo fatto volare il drone di cui sopra, ma uno dei primi che si incrocia iniziando la passeggiata. Eppure, tornando da lì più volte, non l’avevo mai riconosciuto semplicemente perché ci ero arrivato da una strada diversa e non prevedevo di tornare lì.
Avevo camminato 4 km ed ero sostanzialmente al punto di partenza anche se non l’avevo riconosciuto subito. Per farlo ho dovuto costringermi a guardarlo con occhi diversi e tornare a sovrapporlo a ciò che conoscevo.
Ecco, quel momento è stato improvvisamente un flash su molte delle cose che ho provato e sto provando e, immagino, molti provino: la sensazione di cambiare, di muoversi, di fare una lunga strada e poi scoprire di essere di nuovo dove si era partiti, solo più stanchi, confusi e non particolarmente sicuri di dove andare dopo. Poi, ovviamente, si può obiettare che nel frattempo si è comunque fatto un percorso, che ci si è allenati, che si è anche imparato sia qualcosa da quella strada che dal riconoscere finalmente il punto in cui si è tornati per l’ennesima volta.
Tutto vero.
Ma a volte sentirsi in un luogo così familiare non è accomodante né rassicurante.
Fa solo chiedere quale strada ricominciare a fare per non trovarsi di nuovo lì.