Anteprima Westworld Season 3: Un Mondo Nuovo?

La terza stagione di Westworld è senza ombra di dubbio uno dei ritorni più attesi di questo 2020 ed HBO ci ha dato la possibilità di vedere in anteprima i primi quattro episodi di cui, lo anticipiamo, non faremo alcun tipo di spoiler per evitare di rovinare la visione agli appassionati.

Avevamo chiuso la seconda stagione con varie domande e alcune certezze, ma com’è tradizione di Lisa Joy e Jonathan Nolan anche queste ultime non sono poi da ritenersi tali e i primi quattro episodi non fanno che confermarlo.

Lo scopo di Dolores, ad esempio, è davvero quello di sterminare gli esseri umani? O si tratta forse di un progetto molto più complesso? Abbiamo da tempo avuto conferma di quanto gli host siano più umani degli umani e questa mera ricerca di vendetta sarebbe quantomeno semplicistica per un personaggio che di semplice non ha nulla.

Ciò che, invece, appare evidente è che Dolores ha un piano. Un piano complesso, sfaccettato e di cui riusciamo a intuire solo alcuni tratti per poi doverci ricredere in seguito. E, soprattutto, Dolores potrebbe non essere diventata quella macchina di sterminio bidimensionale che si poteva credere. Tutt’altro.

Ma prima di fare un excursus su volti noti o meno, è il caso di affrontare l’elefante nella stanza e parlare del nuovo setting. Per due stagioni una delle domande più frequenti degli appassionati è stata come fosse il mondo al di fuori del parco. Si trattava di un futuro remoto? Il parco si trovava su un isola? O magari nello spazio (sic)?

La seconda stagione aveva dato qualche risposta, mostrandoci scorci del mondo esterno nei vari flashback, ma ora tutto cambia. I parchi sono il passato della serie e il mondo reale è il suo presente e, probabilmente, il futuro. Sempre, ovviamente, che questo sia il mondo reale, ma se dovessimo iniziare a porci questo tipo di domande rischieremmo di non uscirne più sani di mente.

La resa del mondo reale, futuristico al punto da sembrare asettico, quasi sempre luminoso tanto da stancare gli occhi, è una delizia per lo sguardo: la fotografia non delude nonostante il cambiamento completo di ambientazioni e gli effetti speciali – che per forza di cose assumono ancora maggiore importanza – mostrano il livello di investimento anche finanziario che la serie porta con sé. Tutto è reso splendidamente e ha un sapore realistico che ci permette di immergerci completamente al suo interno: riusciamo a credere a un futuro del genere, con una tecnologia evoluta dalla nostra e mezzi innovativi ma non così tanto da non essere riconoscibili.

E, soprattutto, è credibile la netta distinzione tra chi in questo mondo naviga a piene vele e chi invece lotta per stare a galla, come il Caleb Nichols interpretato dalla new entry Aaron Paul. Lo incrociamo quasi subito, paria in un mondo in cui non trova un suo posto, e assolve così un doppio scopo: quello di mostrarci un’altra faccia del futuro e quello, più immediato, di aggiungere un personaggio che nulla ha a che fare col passato di Westworld eppure potrebbe avere molto a che vedere col suo futuro.

Il mondo del futuro è prevedibilmente strettamente legato alla tecnologia. Tutto è connesso, tutto è tracciato, tutto si appoggia sull’intelligenza artificiale. Così una casa il cui sistema viene compromesso non è in grado di aprire le porte e dei paramedici i cui sistemi di diagnosi non riescono a funzionare sono incapaci di intervenire su un paziente. E, ancora, in una fin troppo credibile evoluzione dell’attuale realtà esistono app che permettono di accettare lavori non del tutto puliti, scelti letteralmente come se si trattasse di Tinder o simili. Bisogna pur arrotondare in qualche modo.

Ma se Dolores è immersa in questo nuovo mondo portando avanti la propria missione, sono anche altri i volti le cui vicende torniamo a seguire. Da un Bernard sempre fedele al proprio essere, a una Maeve in cerca della propria strada e della propria via. Più volte veniamo messi davanti a situazioni che in passato avrebbero potuto essere protratte per vari episodi, ma come già era successo nella stagione precedente si preferisce dare nuove risposte e fare avanzare vicende e azione a ritmi più serrati.

[pullquote]Alcuni interrogativi troveranno risposta quasi subito, altri si paleseranno solo a risposta ricevuta, per altri ancora ci sarà da aspettare[/pullquote]

La nuova domanda non è – o, di nuovo, non sembra essere – quando si svolge questa vicenda o dove avvengono questi fatti, bensì qualcosa di più sottile che solo alla fine del quarto episodio prende una forma più definita. Le domande sorgono, ma sono in sottofondo, mentre altro avviene davanti ai nostri occhi; e quando arrivano le prime risposte ci rendiamo conto che sono legate a qualcosa che non ci eravamo chiesti consciamente, non del tutto, come un prurito che si gratta distrattamente per poi, dopo un po’, scoprire una formica che cammina sulla gamba.

C’è, però, un interrogativo evidente che sorge dopo aver visto il finale della seconda stagione e i trailer di questa: se Dolores è tornata nel proprio corpo chi anima ora la replica di Charlotte? E Charlotte vista nei trailer è questa replica? La risposta c’è, ovviamente, e possiamo garantirvi che apparirà durante i primi quattro episodi, ma fossimo in voi non ci fermeremmo alla prima risposta.

Tornando ai nuovi volti non possiamo non citare l’ingresso di Vincent Cassel in un ruolo che preferiamo non rivelare in questa sede, ma che aiuta ad ampliare ulteriormente la complessità dell’universo di Westworld. L’attore ben si inserisce nelle dinamiche esistenti e il suo ingresso serve a dare nuovi spunti che diventeranno sicuramente centrali nel resto della stagione.

Non esiste un futuro in cui quelli come te e quelli come me possano vivere insieme

Ma il vero nuovo protagonista, ormai si è intuito, è proprio l’intero mondo esterno che, per come già l’abbiamo descritto, è in grado di mantenere viva la domanda su ciò che è reale o meno, sull’entità del libero arbitrio, sulla definizione di futuro e sull’importanza delle proprie scelte.

Le scelte di William sono state sue o imposte (ricordiamo i dubbi, poi certezze, poi di nuovo dubbi sulla sua reale identità)? La vita di Caleb è frutto delle sue scelte o anche delle condizioni in cui è stato messo o non messo? In un mondo in cui si cerca di ottimizzare il futuro lasciare indietro i più deboli diventa una scelta legittima o una condanna di un’entità che si è posta al di sopra degli esseri umani? E, in tal senso, gli esseri umani nel mondo reale sono così diversi dai robot all’interno dei parchi?

Questi sono solo alcuni dei nuovi spunti proposti da questo inizio di stagione che, ne siamo già certi, non soddisferà comunque tutti i palati. Ci sarà chi non apprezzerà il cambio di paradigma così marcato sebbene in perfetta continuità con le stagioni precedenti e dirà che la serie ha perso la sua identità. Per quanto riguarda chi scrive non è così: Westworld aveva bisogno di evolvere per continuare a raccontare qualcosa di vivo ed emozionante e non cadere nell’errore fatto troppe volte altrove di diventare sempre più uguale a se stessa e soffocare tra le sue stesse spire episodio dopo episodio. Nolan e Joy l’hanno capito bene e hanno avuto il coraggio di cambiare.

Il mondo è cambiato, ma il viaggio non è finito di certo.

Nota: tenete d’occhio il secondo episodio. Nolan, Joy e/o HBO hanno mostrato di sapere giocare inserendo un inside joke delizioso e perfettamente sensato. Soprattutto su HBO.

WESTWORLD III – In v.o. sottotitolata alle 3.00 della notte fra domenica 15 e lunedì 16 marzo e poi alle 20.15, su Sky Atlantic e NOW TV. Dalla settimana successiva in lingua italiana tutti i lunedì alle 21.15 (e a seguire il nuovo episodio in versione originale). La serie sarà disponibile on demand.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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