Anteprima Star Trek: Picard. In equilibrio tra passato e futuro.
Dopo anni in cui il panorama televisivo è stato privo di produzioni a marchio Star Trek, relegate – si fa per dire – al grande schermo con risultati che non hanno esattamente entusiasmato gli appassionati, sembra che l’universo creato da Gene Roddenberry sia di nuovo sotto i riflettori. Se Netflix si è lanciata in un nuovo prequel ad alto budget come l’ottima Star Trek: Discovery, Amazon Prime Video non è certo rimasta indietro e anzi ha rilanciato riportando ai fan l’amato capitano Jean-Luc Picard, Patrick Stewart, in una serie di dieci episodi iniziale che già dai trailer prometteva di lanciare più di uno sguardo al passato pur raccontando una nuova storia.
Noi abbiamo avuto modo di vedere in anteprima i primi due episodi di Star Trek: Picard e l’impressione generale, possiamo anticiparlo, è piuttosto buona.
Cercando di evitare il più possibile spoiler significativi, la serie è ambientata diciotto anni dopo gli eventi di Star Trek: Nemesis (l’ultimo film del franchise dedicato a Next Generation) e ci mostra da subito un ex-capitano (e ammiraglio) in pensione, impegnato a prendersi cura dei propri terreni in Francia, evidentemente amareggiato, stanco e disilluso.
La messa in moto degli eventi si ricollega a una giovane misteriosamente attaccata nel suo appartamento e ad alcuni ricordi legati a Data, la cui morte nel suddetto film ancora segna fortemente l’ormai anziano capitano: il come tutto si leghi non sarà ovviamente tema di questo articolo per evitare di rovinare qualunque sorpresa.
Due episodi su dieci sono pochi per comprendere come la serie svilupperà i semi piantati in questa introduzione che ha un doppio scopo: non solo mettere in moto gli eventi, ma anche fare il punto della situazione sia per gli appassionati che per i nuovi arrivati.
Trattandosi infatti della prima serie con un setting successivo a Nemesis le domande su questo futuro sono necessariamente molte: qual è la situazione della flotta stellare? Cos’ha portato Picard al ritiro volontario? Che cos’è successo di veramente importante in questi diciotto anni interni alla serie?
Le risposte arrivano quasi subito, a volte fin troppo velocemente, anche se chi scrive – non essendo sufficientemente esperto della mitologia Trekkiana – non è in grado di dire se siano congruenti con quanto visto in passato o se vadano in contraddizione col canone precedente. L’impressione generale è che ci si trovi nella prima condizione, giocando anche sul fatto che molti degli eventi citati avvengono nell’interregno tra Nemesis e Picard, con un riconoscimento anche a quanto avvenuto nel primo Star Trek di J.J. Abrams, con la creazione della nuova linea temporale.
Ciò che possiamo dire è che lo status quo è cambiato: le intelligenze artificiali sono ora illegali e le uniche ricerche che si possono fare al riguardo sono meramente teoriche: una scelta della Federazione che, insieme ad alcuni drammatici eventi, hanno generato la rottura di fiducia col nostro Jean-Luc.
Eppure gli eventi lo porteranno a rispolverare le proprie memorie, a riabbracciare la memoria dell’amico androide perduto e a desiderare di tornare nel freddo dello spazio, in un costante gioco di equilibrio tra dovuti sguardi al passato e contrasti col presente, inclusa qualche apprezzabile inside joke come il nome del suo amato cane.
Dicevamo che l’aspetto tecnico della serie è ottimo e il setting fa desiderare lo spettatore di procedere nella visione, ma la stagione – almeno per quanto visto – si prende i suoi tempi, puntando a uno sviluppo delle trame graduale.
C’è azione e ci sono eventi, ma l’impressione generale è che le redini siano ancora piuttosto tirate.
In apparente contrasto con quest’ultima affermazione c’è invece una gestione un po’ affrettata di alcuni passaggi, dialoghi e decisioni: in più di un’occasione sarebbe forse stato utile qualche dubbio o contrasto in più che, invece, sembrano essere stati tagliati a favore di una maggior cadenza della vicenda.
L’altra pecca che possiamo riscontrare sta in alcuni colpi di scena che risultano un po’ troppo telefonati, figli di un subplot già visto e quindi un po’ prevedibile: niente di drammatico, ma la speranza è che avvenga comunque meno nel seguito.
A conti fatti, comunque, si tratta di due episodi che fanno ben sperare, portando allo spettatore un prodotto con uno sguardo proprio, meno da odissea spaziale e più legato alla chiusura della carriera (e della vita?) di un uomo che ha fatto grandi cose nel proprio passato.
Star Trek: Picard sarà disponibile in esclusiva su Amazon Prime Video a partire dal 24 gennaio 2020.