Sense8 Finale: Amor Vincit Omnia
“Amor Vincit Omnia“. L’amore vince tutto. Vince corporazioni malvagie che vogliono sterminare i sensates, vince organizzazioni criminali, vince l’odio, vince l’omofobia e vince anche la chiusura improvvisa di una serie che ha fatto di lui, dell’amore, il suo punto di forza.
Il messaggio finale che Lana Wachowski ha voluto comunicare è impresso nel titolo, così da giocare subito a carte scoperte, ed è svolto nelle due ore e mezza dell’episodio finale nello stile più tipico di questa meravigliosa serie.
L’impossibile è solo a un bacio di distanza dalla realtà.
Proprio perché diciamo che è nel suo stile, chiariamo una cosa fin da subito: ci sarà sicuramente chi si lamenterà della trama. In due ore e mezza, chiudere trame che avrebbero dovuto coprire quanto meno un’altra stagione era un’impresa improba e tutti ne eravamo coscienti: per di più, la parte strettamente di azione e fantascientifica della serie non è mai stata il suo vero cavallo di battaglia, bensì un’ambientazione di fondo, uno strumento per parlare di qualcosa d’altro.
Partendo con queste premesse, questo finale riesce a tirare fuori il meglio dal tempo messo a disposizione. Ci sono momenti molto caotici, è vero, e la scelta di fornire diverse spiegazioni con lunghi dialoghi è stata un male necessario, così come è vero che ci sono sicuramente elementi di trama che sono stati risolti in modo frettoloso e con l’uso di qualche deus ex machina che in altri casi ci avrebbe fatto storcere il naso, ma il tempo era quello e i fili vengono tirati senza trascurare nulla, per cui va benissimo così.
Sense8, però, è sempre stato qualcosa di molto più di una semplice storia di fantascienza, è stata la serie che ha portato con sé un messaggio di lotta, di accettazione, di amore completo, vivo, puro e passionale e questo è il vero saluto che porta con sé l’episodio finale.
Insieme ai punti narrativi in sospeso vengono ripresi gli altri, ben più importanti, e per farlo viene riunito tutto il cluster: non solo quello, ormai quasi troppo ridotto, degli otto sensates, bensì quello di tutti coloro che sono entrati a far parte della loro famiglia allargata, coloro che hanno combattuto con loro, per loro e, a volte, parzialmente contro di loro, coloro che hanno saputo vedere oltre i limiti imposti da un mondo che, usando le parole di Amanita, vuole i sentimenti ridotti a qualcosa da evitare.
Se sei fortunato, ma veramente molto fortunato, arriva il giorno in cui provi un sentimento che cambia tutto per sempre.
Un sentimento che può essere l’amore per un uomo, per una donna, per un gruppo di persone, per un ideale, per un sogno, per un animale. Non ha importanza, finché si tratta di amore.
Ciò che spicca in questo episodio sono la speranza, la luce, il voler mostrare che la vita può stupire sempre, anche nei momenti più disperati. La vita è cambiamento, il mondo muta e tutto sta ad abbracciare queste evoluzioni come parte della nostra esistenza: lo imparano i sensates, ma ce lo mostrano ancora di più i comprimari, a dimostrazione che il cluster può sempre crescere e non è necessario avere poteri telepatici per farne parte.
Non è nostra intenzione, per questa ultima recensione della serie, raccontare nulla di ciò che avviene nell’episodio: sarebbe fare un torto a chiunque non l’abbia ancora visto e, soprattutto, sarebbe un razionalizzare qualcosa che di razionale non è e Sense8 ci ha insegnato che ci sono momenti in cui non va fatto.
Quello che possiamo dire è che, soprattutto nell’ultima mezz’ora, si tratta del degno saluto di chi ha donato amore attraverso la propria storia e l’ha ricevuto attraverso l’entusiasmo dei fan. È una festa di addio, in cui si sa che non ci vedrà più, ma si celebra tutto ciò che di bello si è vissuto insieme e proprio per questo motivo troverete tutto ciò che avete amato nelle stagioni precedenti.
Le risate, la musica, la gioia di vivere e condividere, le emozioni, la passione, il sesso, le orge, l’entusiasmo, i sentimenti.
La commozione.
Tanta commozione.
Se non siete stati fan di Sense8 in passato, guardare questo episodio probabilmente non vi conquisterà, ma chiunque l’abbia amato proverà i brividi che gli spettavano di diritto e riderà di gusto all’ultimo fotogramma prima dei titoli di coda, perché rappresenta esattamente ciò che è stata questa serie.
Salutiamo questa serie ringraziandola per ciò che ci ha saputo donare e rimpiangendola perché, mai come ora, avremmo bisogno delle sue storie e della sua speranza.
Ma il cluster esiste, il cluster è composto da tutti coloro che l’hanno amata e hanno ottenuto un finale più che degno.
L’amore vince su tutto, in effetti.