Me ne vado

Meno di 24 ore.
Poi me ne andrò.
Via da un anno che si è preso tanto, più volte senza preavviso e dove più poteva far male.
Via da un silenzio che ancora sovrasta.
Verso un luogo che è come casa da pochi anni, sperando che sia la casa della guarigione.
Voltando le spalle al dolore, alla mancanza, ai sensi di colpa, al vuoto, alle recriminazioni, a chi va lasciato indietro.
Verso mesi tanto pieni di incognite da far paura, come se non avessi la prova che le incognite ci sono sempre, che ne siamo coscienti o meno.
Ma, certe volte, l’incoscienza è un dono. Un lusso.
Meno di 24 ore, poi me ne andrò.
Non per molto, forse non sarà sufficiente, ma sarà qualcosa.
Meno di 24 ore per iniziare altrove, per staccare da ciò che è stato, per dire basta e poi dire ricominciamo.
Me ne vado e per la prima volta non avrò da pensare a chi lascerò in questa casa, perché rimarranno solo mura e oggetti. Niente di più. Perché, per ora, non c’è niente di più.
Meno di 24 ore.
Me ne vado.
Per cercare di guarire.
Per cercare di sorridere.
Per provare a ricominciare.
Nonostante il dolore, nonostante il vuoto, nonostante le paure, nonostante i nonostante.
Meno di 24 ore.

Ci si vede di là.

Credo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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