Di clonazioni sentimentali
Anni fa uscì un film estremamente leggero ma divertente, con una colonna sonora gradevole e due attori che tornavano a lavorare insieme dopo un precedente, enorme successo.
Il film era The Runaway Bride (o, citando il brutto titolo italiano, “Se scappi ti sposo”) con protagonisti Richard Gere e Julia Roberts.
Ora, indipendentemente dal fatto che il film vi sia piaciuto, uno degli elementi portanti dello stesso è quanto il personaggio interpretato da Julia Roberts, nelle sue svariate storie fallite davanti all’altare, si fosse costantemente annullata a favore del compagno di turno.
Il giornalista a cui Gere presta il volto usa un esempio molto banale per sottolineare la cosa: chiede a ognuno degli ex come lei preferisse le uova; ognuno rispondeva un tipo di cotture diversa e aggiungeva “come me”.
Ovviamente, oltre a questo, si vedeva quanto lei si lanciasse in passioni completamente diverse a seconda della storia, facendo sue quelle del suo partner e finendo per diventare una sorta di clone femminile dello stesso, dimostrando di non essere in realtà capace di amare veramente, bensì di cercare di comprare l’amore dell’altra persona assecondandola in tutto e sperando, quindi, di essere accettata: solo che poi, all’ultimo passo, si spaventava a morte rendendosi conto di ciò che stava facendo e fuggiva.
Una premessa lunghissima e, naturalmente, si tratta solo di un film, ma guardandomi intorno mi capita sempre più spesso di vedere persone che sono l’incarnazione vivente di questo archetipo: donne (o uomini) che si trasformano completamente a seconda della relazione in cui si trovano e diventano una sorta di copia carbone del nuovo partnere con cui stanno; le loro personalità finiscono per sparire o essere assorbite in questa nuova entità che fino a poco prima non esisteva e che quando (o se) la storia finisce termina con essa.
Ora, non mi si fraintenda, è assolutamente normale e giusto che quando due persone stanno insieme le loro passioni e i loro interessi finiscano per influenzarsi a vicenda: è, anzi, uno dei meravigliosi modi per arricchirsi e rendersi persone più complete e interessanti. Ci sono artisti, in ambito musicale ma anche pittorico, che non conoscevo prima di stare con Miss Sauron e sono felice di avere l’occasione di scoprirli, approfondirli o farli miei, così come sono certo di averla contagiata o alimentata con varie mie passioni.
Ma in questi esempi e in tante belle coppie che conosco l’influenza è reciproca.
Quando invece una persona si annulla per l’altra, quando i suoi gusti diventano copia speculare di quelli del partner e, sopratutto, quando questa cosa si ripete a ogni nuovo partner, allora il rapporto non è sano e il risultato può essere veramente dannoso, sia che la storia finisca, sia che prosegua.
È banale scriverlo e non servirà a nessuno, corro anche il rischio di sembrare superficiale o semplicistico, ma lo dico lo stesso: fatevi amare per chi siete; non schiacciate ciò che siete per essere accettati, non cambiate la vostra natura, non recitate un ruolo non vostro, perché se una storia (o un’amicizia, dato che vale comunque) si costruiscono su una recita, saranno a loro volta una finzione: credibile quanto volete, ma sempre finzione.
Non significa che non dobbiate crescere o evolvere, anzi, ma se ogni volta vi trasformate in una tabula rasa da riscrivere, allora non state venendo amati voi, ma solo il ruolo che interpretate.
E prima o poi lo spettacolo finisce.