Giornate
E poi ci sono giornate come quella di ieri e, per derivazione, quella di oggi, in cui un po’ di amaro si diffonde in bocca.
Non perché cambi chissà che, ma perché alcuni gesti, alcune scelte, alcune pieghe sanno tristemente di un rispetto più basso di quanto uno si auspicherebbe.
Ed è inutile negarlo, la cosa un po’ brucia.
Non cambierà nulla, ma quel retrogusto amaro c’è.
Poi, improvvisamente, arrivano anche gesti o parole da direzioni inaspettate che sorprendono per il contenuto e la spontaneità e fanno pensare che poi, alla fin fine, quel che sei arriva, almeno a qualcuno… e quel che sei è anche ciò di cui vai più fiero.
Ed allora, combattuto tra dolce ed amaro, tra irritazione e sorpresa, si sceglie di continuare per la propria strada, sempre e comunque: amareggiato ma fiero… e questo, alla fin fine, è ciò che conta.
quando si cammina lungo la strada che si è scelti, fieri e consapevoli, è inevitabile lasciare qualcuno alle spalle. è vero amareggia, ma chi rimane e chi arriva sono le persone che riconoscono quello che sei e che stai diventando.
Ma magari non rimangono neanche alle spalle, non sempre. Però si prende atto di certi momenti meno piacevoli, quello di sicuro.
Grazie 🙂
Non sanno cosa si perdono, credi ammè.
Comunque hai perfettamente ragione, ci sono delle giornate completamente inattese, dove quel retrogusto del quale tu parli insaporisce un po’ troppo le nostre papille gustative, e fa male, fa male non essere compresi per quello che siamo.
Magari proprio da coloro che erano “insospettabili”.
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Già… :*
sai, non so esattamente a cosa ti riferisci, ma devo dire che quando mi sono sposata, nei mesi precedenti e anche in quelli successivi, ho avuto modo spesso di fare riflessioni molto simili a questa. chissà, forse è un caso, o forse invece certe occasioni diventano catalizzatori di rivelazioni e non sempre delle migliori
Non so se siano catalizzatori: nel mio caso penso si tratti di sovrapposizione di situazioni. Però, indubbiamente le riflessioni ci stanno eccome