Accettare

Fuori, dopo una giornata di lavoro in casa.

Fuori per respirare, per staccare, per sentirsi un po' più vivo.

Solito gelato, solito luogo del cuore.

Brezza, vento, si sta bene.

Musica classica suona per accompagnare le fontane di luce.

Amiche che chiacchierano.

Coppie.

Coppie che non lo sono ancora.

Coppie che lo sono da un po'.

Bambini che corrono in mezzo all'acqua.

Un uomo che cade per terra accanto a me, fortunatamente senza farsi male.

Gruppi di amici.

Qualche ragazzo che gioca a Pokemon.

Una ragazza che cammina con indosso la giacca del padre.

E io lì.

A guardare il mondo che si muove intorno.

A respirare.

Ad ascoltare un po' la musica classica e, quando si ferma, quella nelle cuffie.

E il momento in cui Laputa accompagna le fontane è forse il più difficile.

E per un istante penso che mio padre, che Milano la conosceva come le sue tasche, non ha fatto in tempo a vedere questi posti.

Questa non è la sua città, non più; è la mia e la amo con tutto il cuore.

Eppure mi piacerebbe mostrargliela.

E sto lì.

A guardare il cielo tra i grattacieli.

A sorridere quando le folate di vento più forte mi bagnano con l'acqua della fontana.

A pensare che questi momenti andrebbero condivisi eppure a godermi la mia solitudine, in una dicotomia che mi appartiene sempre di più.

A godermi il silenzio.

Non quello intorno a me, di quello mi importa poco, ora.

Quello mentale.

Quello che sto cercando di raggiungere in questi giorni.

Quello che mi porta a stare più con me stesso.

Quello che mi sta facendo abbattere uno degli ultimi tasselli che facevano parte di me.

Rendermi conto che le mie energie non sono e non saranno mai più infinte, se mai lo sono state.

Che vanno dosate.

Che posso e voglio esserci, come so fare.

Ma non sempre.

Non per tutti.

Non indiscriminatamente.

Non funziona più così.

Non funziono più così.

Il silenzio mostra che troppo rumore di fondo svuota e distrae e io ho bisogno di focalizzarmi.

Respiro a fondo.

Non è facile accettarlo.

Vuol dire andare mettere in discussione una parte radicata in me.

Ma crescere è anche e soprattutto questo.

Respiro.

La malinconia della solitudine si fonde alla consapevolezza del silenzio.

Sorrido all'ennesima folata bagnata.

Mi incammino, che Stitch mi aspetta.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. sevenmav ha detto:

    mi lasci, come sempre, senza parole…
    sei un poeta.

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