Verosimiglianza

 

In un libro che ho letto pochi giorni fa dedicato alla sceneggiatura di fumetti e libri, Peter David afferma una cosa fondamentale: che le storie non possono raccontare la vita reale, non in modo preciso.

Perché nella vita reale avvengono cose che se vedessimo in un film o leggessimo in un romanzo ci farebbero storcere il naso e dire che lo scrittore o sceneggiatore è un cane.

Coincidenze più che improbabili.

Somme di sfighe.

Situazioni a bassissima probabilità di esistenza che finiscono per accadere in modo dirompente.

Se li trovassimo (quando li troviamo) in un una storia rimaniamo delusi, pensiamo che l’autore non abbia talento, che si sia trovato a inventare cose poco credibili; più ci avviciniamo a ciò che davvero accade, per quanto improbabile, più lo consideriamo difficilmente credibile e godibile.

I film, i libri, i fumetti, chiedono verosimiglianza nei confronti di una realtà che non esiste.

La vita, invece, se ne fotte.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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