Sabato

Quando ti trovi a vivere una relazione a distanza in cui, per motivi vari, capitano week-end in cui non ci si può vedere, impari a gestire il tuo tempo cercando di riempire a dovere i momenti di solitudine.

Impari, soprattutto, a vivere quella solitudine come parte di te stesso e della tua vita e non come un qualcosa da sfuggire il più possibile.

Non che tu ne sia felice, ovvio, ma a buon viso…

Così arrivano sabato come questo, in cui Miss Sauron è via per lavoro (e pensa bene anche di farsi colpire l'aereo da un fulmine) e tu ti trovi a dover decidere come riempire la giornata.

Dormire.

Dormire sarebbe tanto bello, ma il felino di casa non accetta tu rimanga a letto oltre le nove.

C'è da nutrirlo.

E anche da smadonnargli dietro.

Allora, complice la lavastoviglie che ti sta abbandonando, pensi bene di risistemare un po' di pensili in cucina: attività assolutamente normale un sabato mattina, concorderete.

Il lavoro non è poi così lungo, fai in tempo a uscire a fare la spesa in ben due posti diversi, mangiare qualcosa, tornare a casa, mettere via la spesa, parcheggiare la macchina.

E sono solo le 16.

Così ti sdrai sul letto.

Musica.

Lettura.

Quando hai un languore sgranocchi qualche arachide.

Pensi ci siano modi molto peggiori di trascorrere il pomeriggio (ma ne hai in mente anche almeno uno molto migliore).

Ti rialzi, ti prepari polpette di ceci per questa cena e alcune future.

Poi esci.

Perché hai scoperto che stasera potrai tornare a mettere gli occhi a vari telescopi e no, in una serata come questa non puoi proprio perderti l'occasione.

Una fermata giusto a prendere un gelato e poi via, Giardini Pubblici, una decina di telescopi di ogni tipo già montati e tanta gente in coda, più di quanto si potesse immaginare.

È una di quelle code che non ti spiacciono, perché sono code per scoprire e sognare, quelle che danno soddisfazione, così come dà soddisfazione sentire quattro ragazze, davanti a me, fare discorsi molto ma molto nerd.

Quando una inizia a spingere perché un'altra guardi il Dottore vorresti farti bullo di quando sei stato al cinquantennale, ma preferisci mantenere un basso profilo.

Poi arrivi al primo telescopio.

Poggi l'occhio.

E vedi Giove per la prima volta in vita tua. Le bande si percepiscono, la macchia no. Quattro puntini ai suoi lati sono Europa, Io, Ganimede e Callisto. I suoi satelliti. Non sai quante volte li hai sentiti nominare e ora li hai lì, davanti a te.

Chiami Miss Sauron per dirglielo, per condividere.

E così ti muovi tra un telescopio e l'altro, coda dopo coda. Di nuovo Giove, ma anche la Luna, Saturno, Marte.

Sei in città, non puoi aspirare ad altro, ma ti basta.

No, non ti basta, te lo godi proprio.

Ti godi il clima, il profumo di maggio, l'essere in un parco.

Neanche la tizia che prova ingenuamente a saltare la coda fingendo di non aver capito ci fosse riesce a rovinarti la serata.

Arriva mezzanotte senza che neanche te ne accorga.

Dovresti tornare a casa ma poi ti fermi.

Dovresti?

Perché dovresti?

Sei stanco? No.

Hai sonno? No.

Hai qualcosa da fare domani? No.

Così cammini.

Cammini nella tua città, la attraversi, la respiri.

Un'ora o poco più.

Musica nelle orecchie, attraverso zone che di solito sono piene di gente e ora quasi deserte.

Un'ora per fare quattro chilometri.

Respirando a fondo.

Sentendoti padrone di te e di ciò che ti circonda.

Canti.

Sono settimane che non lo fai, non ne avevi motivo.

In teoria non ce l'avresti neanche ora, ma la verità è un'altra.

Sei vivo, stai vivendo.

Questo è il motivo.

Il resto può cercare di distruggerti, ma ora sei vivo.

Quindi cammini, respiri e canti.

Recuperi una macchina.

Abbassi i finestrini.

Accendi la radio, alzi il volume, guidi.

La strada più lunga, ovviamente, che stasera te la prendi con calma.

Anche ora, anche così, ti riappropri della tua città.

Ti scorre intorno e dentro.

Il motore elettrico fa sì che a ogni fermata, a ogni semaforo il silenzio ti avvolga.

Niente tra te e la città.

La tua città.

Pochi chilometri.

Parcheggi.

Spegni.

Esci.

Ti guardi intorno.

Sì, avresti voluto condividere, non ci sono dubbi.

Ma hai imparato a vivere il bello anche da solo e ne sei fiero.

Sorridi e canticchi.

Domani ti inventerai qualcos'altro.

 

 

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. ziacris1 ha detto:

    Il bello di farsi compagnia da soli, momenti impagabili. Bravo!
    Ti stimo fratello

  2. Monica ha detto:

    Avrei voluto essere li. Ci sono tante cose che mi perdo di Milano, ora che vivo qui. Anche qui ci sono iniziative di questo genere, il problema e’ beccare la serata giusta, priva di nubi… che sono un po’ rare.
    Le tue parole, pero’, mi hanno riportato alla memoria la bellezza di Milano, che per troppo tempo mi sono persa…

  3. Jabez ha detto:

    Mi è capitato di assaporare questo tipo di momenti. E sono fantastici! Soprattutto alla sera.
    Sono contento per te, ti ci voleva un weekend di pace dalle rogne. 🙂

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