356. Riflessioni

Giornata di transizione.
L'arrivo di un'amica che aiuta a distrarsi in giorni in cui la testa farebbe altro.
Il tentativo di portare avanti la seconda, meno ottimale, soluzione.
Ma anche e soprattutto le reazioni di alcune persone che spinte dal solo affetto hanno deciso di dirmi la loro sul farmi aiutare, sul chiedere, su quella domanda messa in un ps che, evidentemente, ha colpito più di quanto credessi.
E vedere quanto una cosa del genere faccia muovere le persone, le porti a spronarti, a dirti che sì, hai diritto e devi chiedere aiuto, è qualcosa che, indipendentemente dalla decisione, scalda il cuore.
Non erano tenute a farlo.
Non avrei neanche lontanamente pensato che qualcuno l'avrebbe fatto.
E invece.
E sentire ripetere da tre, quattro persone le stesse cose, neanche si fossero messe d'accordo, mi ha fatto capire quanto alcuni dubbi possano essere leciti ma dettati dai motivi sbagliati.
È sempre questione di priorità.
Sempre.
E ora la priorità è salvarmi.
Non è detto possa farlo da solo.
Non è detto debba farlo da solo.
Risolverà?
Probabilmente no.
Aiuterà?
Potrebbe.
Allungare una mano significa ammettere tante cose, ma in primis di essere umani.
Allungare una mano significa sperare venga presa e accettare che possa rimanere nel vuoto.
È il caso che lo impari anch'io, forse.
Grazie a chi ci ha tenuto tanto da volermi aiutare a capirlo.
Non lo scorderò.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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