355. Il giorno dopo
Mi piacerebbe dire che è stato tutto uno sbaglio ed è tutto a posto.
Mi piacerebbe dire che è arrivato il deus ex machina a risolvere tutto.
Mi piacerebbe dire di aver avuto l’idea geniale risolutiva.
Non è così.
Però.
Però sono stato 40 minuti al telefono per chiarire le possibilità. Alcune spaventano, ma forse c’è qualcosa.
Però forse posso ottenere il minimo indispensabile per parare il peggio. Significa dover pagare più di quanto vorrei e rischiare comunque di perdere qualcosa di mio, ma probabilmente salverei il grosso. Perché se non puoi uscire senza farti male, che almeno le ferite siano ridotte al minimo. O al meno peggio.
Però oggi un’amica lontana ha dimostrato affetto e stima in un modo per cui posso essere solo grato.
Però tante persone hanno manifestato sostegno morale. Che, scrivevo ieri, a volte è come mettere un cerotto sopra una ferita che richiede una sutura, ma se chi ti è vicino ha solo un cerotto ti sta dando ciò che può. Non è poco. Può non bastare e certo non risolve, ma non è poco.
Però domani viene a trovarmi un’amica che non vedo da tanto.
Però poco fa ho ricevuto un augurio via messaggio che era bello, sentito, importante.
Mi piacerebbe aver risolto.
Mi piacerebbe fosse tutto a posto.
Non è così e non lo sarà per un bel po’.
Ma ho ancora qualcosa di bello.
Provo a partire da lì.
Anche se sono a terra e rialzarmi è sempre più difficile.
Provo a partire da lì.
PS: eppure… sarebbe tanto stupido chiedere aiuto al crowdfunding? Anche solo come supporto?