329. E come l’ho evitata in passato

Ultimo episodio del post di cui non frega niente a nessuno. Le serie terminate che considero imperdibili o che, comunque, meritano una visione. Non c'è un ordine di preferenza, sarà quasi esclusivamente alfabetico o, meglio, come viene.

  • Alias. Spy-story adrenalinica con Jennifer Garner, opera di J.J. Abrams. Assolutamente imperdibile nelle prime stagioni, purtroppo va a perdersi con la quinta e ultima. È comunque una serie che merita di essere vista.
  • Babylon 5. Il signor J.M Straczynski, prima di mettersi a scrivere fumetti ma anche prima di contribuire a creare quel capolavoro che è Sense8, fu l'ideatore di questa serie di fantascienza con qualche punto di contatto (ma non molti) con Star Trek Deep Space Nine. Babylon 5 è una stazione spaziale punto neutrale per i rapporti tra varie razze intergalattiche, ma la politica, anche in un futuro del genere, è tutt'altro che semplice. Quattro stagioni meravigliosamente in crescendo, una quinta che poteva tranquillamente non essere girata (e, in effetti, non doveva), si può comunque interrompere la visione con la fine della quarta, che chiude le vicende principali. Fu una serie veramente notevole penalizzata esclusivamente dalla costante mancanza di budget e dalla scarsa fiducia del network ma, nonostante questo, merita di essere vista. Crusade, invece, un suo breve spin-off, lasciatela direttamente stare.
  • Battlestar Galactica. La dimostrazione che non tutti i remake fanno schifo. Tredici anni fa fu lanciata la miniserie che poi diede vita a quattro stagioni imperdibili, sulla falsariga della serie classica degli anni '70. L'umanità è decimata, i Cylons (figli cibernetici ripudiati dai creatori umani) hanno deciso di sterminarla. Ma questo è solo lo spunto di una saga che mischierà fantascienza classica, avventura, politica, filosofia e religione. Capolavoro.
  • Broadchurch. Prima serie inglese di oggi. Per chi è abituato alle serie americane, quelle inglesi possono sembrare insolitamente brevi, ma questo è uno dei loro punti di forza. Ben sceneggiate, splendidamente recitate, non si perdono in fronzoli e regalano chicche imperdibili. Come questo noir ambientato sulle coste di una cittadina britannica. La morte di un bambino, segreti, retaggi del passato. Un David Tennant strepitoso e un cast all'altezza. Due stagioni, sedici episodi in tutto.
  • Buffy. Chiunque storca il naso non ha mai probabilmente visto davvero un episodio di Buffy. A fronte di una prima stagione assolutamente infantile e con poco appeal questa è una delle serie TV che ha posto le basi per molto di quello che passa ora sul piccolo schermo. Joss Whedon al suo meglio. Trame avvincenti, emozionanti, profonde, commoventi. Sarah Michelle Gellar non è una grande attrice, ma la serie funziona alla grande. Tappatevi il naso con la prima stagione e poi preparatevi a goderne appieno.
  • Doctor's Horrible's Sing-Along Blog. Ok, questa in realtà è una web serie che dura in tutto 42 minuti. Cosa cavolo potrà esserci di interessante in una serie di soli 42 minuti? Di solito nulla. Ma se prendete Joss Whedon e gliela fate scrivere (canzoni incluse) ne nasce un capolavoro. E non avete neanche la scusa che duri troppo.
  • Dollhouse. Ok, sembra l'angolo di Zio Joss, ma poco importa. Una serie durata poco (2 stagioni di tredici episodi l'una) ma che fortuna non si è chiusa con punti in sospeso. Un'ennesima serie di qualità meno amata di altre ma che merita assolutamente. La Dollhouse è un luogo in cui esseri umani vengono programmati per essere tutto ciò che vuole un cliente pagante per il periodo di tempo che il cliente desidera. Praticamente l'estremizzazione della prostituzione. Ma come, una cosa del genere, può mettere a rischio il genere umano?
  • Firefly. L'ultimo, poi smetto. Se Dollhouse è stata almeno conclusa, Firefly si è dovuta accontentare di 13 episodi (trasmessi inizialmente nell'ordine sbagliato) e di un film a chiusura parziale (Serenity). Quindi perché dovreste vederla? Perché si tratta probabilmente di una delle più belle serie che possa capitarvi di vedere. Uno potrebbe pensare che un mix di Far West e Fantascienza possa essere troppo lontano dai propri gusti per essere interessante, ma la carica di personaggi entusiasmanti, ironia, intelligenza e avventura che porta con sé questa serie vi farà odiare la Fox per averla sospesa. Tutti odiamo la Fox. Tutti.
  • Fringe. Di nuovo lo zampino di Abrams per una serie che parte da presupposti non troppo distanti da quelli di X-Files per poi decollare in autonomia verso terreni totalmente differenti. Scienza di frontiera (Fringe), realtà alternative, viaggi nel tempo e tanto altro. Una delle serie più avvicnenti degli scorsi anni. Cinque stagioni. Per me avrebbe potuto concludersi con la quarta, ma ci sono estimatori anche della quinta. Da vedere, comunque.
  • Lost. Va beh, qui davvero dovrei aver poco da dire. Penso non esista nessuno che non abbia mai sentito parlare di Lost. La serie che, davvero, ha cambiato tutto. Poi il finale può essere piaciuto o meno (non faccio spoiler, ovviamente), io sono tra quelli che l'hanno adorato, ma stiamo parlando veramente di una serie tv must che bisogna vedere almeno una volta nella vita. Fosse solo per parlarne a ragion veduta.
  • Luther. Torniamo alle serie inglesi, con un poliziesco sporco e cattivo e un protagonista che si allontana parecchio dall'immagine di eroe senza macchia e senza paura. Quando poi è in scena anche una certa antagonista allora sono veramente scintille. Idris Elba al suo meglio. Quattro stagioni in tutto (la quarta, sottotono, di soli due episodi) per un totale di 16 puntate. Anche qui, non avete scuse.
  • Sherlock. Non è terminata (in teoria), ma dato che mi sono scordato di scriverne ieri, approfitto. L'idea di fare una versione moderna di Sherlock Holmes era rischiosa e, personalmente, non mi convinceva del tutto. Poi i grandissimi Moffat e Gatiss hanno creato questa meraviglia e ogni dubbio è finito nella spazzatura. Si tratta ovviamente della serie che ha fatto esplodere (meritatamente) Benedict Cumberbatch e ha consacrato Martin Freeman, tanto che ormai ogni nuova stagione deve attendere anni per essere girata a causa degli impegni dei protagonisti. Aspetteremo, comunque, che ne vale la pena.
  • The Newsroom. La serie che mi ha fatto amare lo sceneggiatore Sorkin. Ambientata nella Newsroom di una rete televisiva americana si tratta di una meraviglia di realismo, qualità e approfondimento, con legami a doppio filo alla realtà che ci circonda. Jeff Daniels è enorme, ma il cast che lo circonda non scherza. Tre stagioni fin troppo brevi. Guardatela, divoratela, amatela.
  • Torchwood. Spin-off di Doctor Who, per due stagioni si è quasi intrecciata alla serie madre. Più matura come argomenti e situazioni rispetto al Dottore, è una seria che va in crescendo fino a quel capolavoro delle Terza, brevissima, stagione. La quarta stagione non esiste. Non credete a nessuno vi dica il contrario. Non. Esiste.
  • The West Wing. In astinenza dopo la fine di The Newsroom corsi a recuperare questa lunga (sette stagioni, circa 22 episodi a stagione) serie di Sorkin che l'aveva preceduta. Non sto a elencare la quantità di premi che ha vinto nei sette anni di messa in onda, sappiate solo che sono tanti. L'ala ovest della Casa Bianca è quella dove hanno sede gli uffici del Presidente degli Stati Uniti e del suo staff. La serie segue proprio loro lungo sette anni di presidenza, con primarie, elezioni, lotte politiche, problemi nazionali e internazionali, il tutto nello stile impagabile di Sorkin che, purtroppo, lasciò dopo cinque stagioni. Nonostante un lieve calo, la serie merita comunque di essere vista tutta. Ah, il presidente degli Stati Uniti è Martin Sheen. Tanto per dire. Ne ho comunque parlato qui.

E con questo penso sia tutto. Immagino di essermi scordato sicuramente qualcosa, ma direi che, per chi fosse interessato, gli spunti non manchino.

Nel caso, buona visione.

Io ora la pianto.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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