319. Giovedì sera

Il giovedì sera è mal di testa e non gustarsi neanche le soddisfazioni che arrivano.

È non poter festeggiare per una legge, sì, importante ma mai quanto sarebbe dovuta.

È cercare di non illudersi, perché tutto può ancora andare storto e si è malapena ai blocchi di partenza.

È vedere un episodio di una serie leggera trovandone il finale sproporzionatamente duro.

È cercare cornici A3 per i poster nuovi chiedendosi perché in Italia si usino così poco.

È cercare di nutrire zen una goccia alla volta, una briciola dietro l'altra, sapendo che ormai non bastano più.

È vederlo barcollare, sempre meno capace di stare in piedi.

È vederne la luce negli occhi e appoggiarmi a quella per non dire basta.

È sapere che domani dovrò dannarmi a recuperare documenti e, nel frattempo, cercare anche di lavorare.

È chiedermi se e quando tutto questo finirà e potrò ricominciare a non aver paura di domani.

È dirmi che non ho mai mollato e non lo farò certo ora.

È, di nuovo, quel mal di testa che non vuole andare via.

È pensare che bisogna far la spesa e non ne ho per niente voglia.

È pensare a belle parole ricevute poco tempo fa da chi tempo fa non ne avrebbe proprio avute.

È odiare il non permettersi di sperare, perché la guardia abbassata può fare parecchio male.

È sentire la mancanza di New York, di Londra e di quelle città che ancora non conosco.

È aver voglia di sorprese e sorrisi inaspettati.

È ringraziare perché a qualcun altro il romanzo è piaciuto e questa è stata la notizia migliore da tempo.

È stanchezza.

È stare sul divano con Stitch che dorme in poltrona e Zen sul divano, dopo che l'ho messo io perché lui non riesce più a saltare.

È guardarlo.

È prenderlo in braccio come quando era un cucciolo.

Il giovedì sera è un giorno come gli altri.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Giovanna ha detto:

    un giorno non è mai come gli altri per fortuna o per sfortuna a seconda i casi.. 😉
    E meno male direi ! Quando apro la finestra la mattina e do il buongiorno al mondo accolgo tutto ciò che arriva con il sorriso anche quando non ho voglia di sorridere, è un’abitudine che mi aiuta a ritrovare(ritornare?) alla speranza che in ogni momento accadono e possono accadere eventi che nascondono scelte e nuovi mondi da esplorare. Io preferisco credere che ogni cosa è un miracolo ed una manifestazione di qualcosa di più grande che ci aiuta ad evolverci. Se poi l’evoluzione deve passare per strade impervie è soltanto per farci divertire un pò con le montagne russe, che una giostra in pianura e su binari dritti non si è mai vista e per giunta sarebbe davvero noiosa. 😛

    ps. io amo il giovedì più del venerdi, come ne “Il sabato del villaggio” ma con più carica di aspettativa e speranza. Poi magari non sarà nulla di che ma questo prima non lo si può sapere ti pare, per cui.. perchè pensare che forse pioverà se ancora c’è il sole?!
    Buona giornata
    🙂

    • Aries ha detto:

      Guarda, il discorso era più legato all’apparente costante negatività di questi mesi che alla mancanza di speranza.
      Non ci fosse speranza non vivrei, ma a fine giornata non sempre il saldo è soddisfacente.
      In questo periodo di sicuro no.

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