278. Nel modo giusto
C'è una cosa che non capisco.
Bugia, ci sono parecchie cose che non capisco, ma al momento vorrei focalizzarmi su una in particolare.
Questi ultimi giorni sono stati, lo saprete sicuramente, piuttosto pesanti dal punto di vista delle perdite artistiche, con le morti di David Bowie e Alan Rickman.
Ovviamente sui vari social si sono viste, com'è giusto che sia, innumerevoli dimostrazioni di affetto, ricordi, emozioni, citazioni e via dicendo.
Assieme a queste, però, ho notato anche qua e là alcune reazioni che mi hanno lasciato perplesso.
Persone che si lamentavano dei “fan dell'ultimo minuto” o di chi citava uno o l'altro solo per la loro opera più famosa scordandosi il resto.
Come se alcuni fossero più titolati di altri a piangere una perdita.
Come se ci fosse una scala di valori che possa definire il modo in cui qualcuno ricorda un artista scomparso.
Vero, molti hanno citato solo le canzoni più famose di Bowie.
Vero, ancora di più hanno pianto Rickman solo citando il suo personaggio in Harry Potter.
Nell'ultimo giorno, molti fan hanno lasciato fiori al binario 9 e 3/4 di King's Cross per rendergli omaggio, un gesto tanto simbolico quanto tenero: eppure poco fa leggevo qualcuno che scriveva “ah, però non potete mica confondere l'attore col personaggio, lui ha fatto molto di più che Snape”.
Vero, ha fatto molto di più.
Ma ha fatto anche quello e grazie a quel personaggio è entrato nei cuori di milioni di fans che, altrimenti, non l'avrebbero conosciuto o approfondito.
Un attore non è un suo personaggio, come non è neanche l'insieme di tutti i suoi personaggi, ciò non toglie che chi l'ha amato l'ha fatto attraverso uno o più di questi e che chi porta fiori su un posto associato a Snape lo fa per ringraziare delle emozioni che Rickman gli ha donato; io ritengo che il fatto di avere, con una propria interpretazione, lasciato il segno su così tante persone sia, come dicevo giorni fa, una delle più grandi eredità d'amore che possa esistere.
Per cui, gentilmente, fatevi i fatti vostri.
Volete ricordare Die Hard, Love Actually, Robin Hood, Harry Potter, Sherlock Holmes (sì, ha interpretato anche quello), uno spettacolo teatrale o qualunque altro film? Fatelo.
Ma non siate così tristemente snob da sindacare su ciò che ricordano gli altri.
Non sono, semplicemente, fatti vostri.
Non avete titolo.
Non più di chiunque altro, familiari esclusi.
E qualcosa mi dice che i familiari, di quei fiori, sono contenti.
Io, sinceramente, lo sarei.
ti sei dimenticato di “dogma” 🙂
😛