136. Star bene
Ho ricevuto altre due mail di lavoro.
Potevo incazzarmi, ma ho preferito non farlo.
Non ho risposto, sono in ferie e la mail automatica lo ribadisce.
Sto aspettando una risposta definitiva che, probabilmente, non arriverà prima di lunedì.
Ma non importa, ci penserò lunedì, ora sono in ferie.
Mi sono svegliato alle 10.30 e ho editato tre capitoli prima di pranzo.
Che poi, diciamocelo, “editare” è una parola grossa: ho verificato che non ci fossero puttanate di forma o di contenuto.
Solo che “deputtanato” secondo me non suona bene.
Poi sono uscito.
In piazza Gae Aulenti.
Di nuovo all’aperto, di nuovo a editare (o deputtanare, scegliete voi).
Un caffè shakerato sul tavolino.
La fontana aperta.
Bambini e adulti a giocare con l’acqua.
Nessun orario o quasi da rispettare.
E niente, questa vita non sarebbe poi così male.
Magari in compagnia, magari con variazioni, ma non sarebbe male.
Affatto.
“Hai scoperto l’acqua calda” potreste dirmi.
No, ho scoperto cosa mi fa star bene, almeno un po’.
E non è cosa da poco.