98. Tardis mentale

Seduto in cucina.

Il caldo continua a strozzare, ma ormai non è più una novità.

Seduto esattamente sulla linea dei due balconi e ogni tanto una lievissima brezza fa finta di rinfrescare. O forse no, forse ho solo le allucinazioni e il ricordo per i 19 gradi di ieri notte.

Forse.

Intanto i pensieri vagano, spostandosi tra tanti di quei pensieri passati, presenti e futuri che a un certo punto mi chiedo se la mia scatola cranica non sia diventata un Tardis in miniatura governato dalle finte folate, dal caldo, dalla stanchezza o solo dal mio ultimo neurone funzionante.

 

Mini-folata.

Indietro di oltre vent’anni. Una notte. Il balcone qui accanto. Una temperatura più accettabile. Mia madre che dorme. Io e mio padre parliamo. Domani si parte, ma nessuno dei due ha sonno. Si sta bene. Stavo bene. E forse non sapevo quanto.

 

Mini-folata.

La malinconia di oggi. Il ricordarsi che gli eventi di questi mesi hanno per forza cambiato alcune possibilità. Il sentirmi in trappola solo al pensiero. Il non poterci fare nulla. Il magone correlato, sebbene i pensieri più importanti dovrebbero essere altri. E no, non sto bene.

 

Mini-folata.

Le vacanze. Saranno tali? Riuscirò a viverle come tali? Ci sarà la gioia della festa di amici, ci saranno posti che amo, ci saranno giorni da solo, ci sarà (probabilmente) da imbiancare, ci sarà Expo, ci sarà Forbidden. Ci sarà la scrittura? Ci sarà ricaricarmi? Ci sarà non so neanch’io cosa?

 

Mini-folata.

Il mare. Quanto mi manca il mare. E scoprire una spiaggia diversa ogni giorno. E, di nuovo dannata amarezza, ricordarmi che alcune di quelle spiagge non potrò raggiungerle più. E il mare manca. Non è la sola cosa, ma manca.

 

Mini-folata.

Si risolverà tutto? Quando? Come? Come ne uscirò? “Sei forte”, dicono. Ma la forza aiuta a sopravvivvere, il problema è che quasi tutti scordano i dolori e le ferite che non evita.

 

Mini-folata.

Prima delle ferie c’è da chiudere lavori. E capire se riesco a fatturare qualcosa in più da qualche parte. E soldi da pagare. E spese da preventivare.

 

Mini-folata.

Notare che parlare di certe persone mi fa ancora male. Perché poco mi ferisce di più dell’amicizia tradita. Poco mi amareggia di più di legami spezzati. Poco fa più male.

 

Mini-folata.

E domani si riprende a lavorare. Tre settimane ancora. Poi stop. Ma la testa, lo sai, non è detto si fermerà. E il tempo passa. Troppo veloce. Troppo da fare. Troppo tempo perso. Troppo di tutto. Tranne di ciò che vorrei. Sempre che riesca a capire cosa vorrei.

 

Mini-folata.

Martedì controllo dei nei. Giusto. Necessario. Ma ricordo l’ultima volta che ho fatto dei controlli e un po’ di tensione nasce. Ci manca solo quello, d’altronde.

 

Una folata più forte.

Mi sento schizofrenico, dicotomico, a entusiasmarmi un giorno e immalinconirmi quello dopo. E forse è solo stanchezza. O forse sono i tanti punti in sospeso. O è una nuova pelle che viene via.

 

Intanto cerco di prendere quest’aria che non so se finta o vera, ma è tutto ciò che ho stasera e, alla fine, questo è ciò che posso fare: lavorare con ciò che ho.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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