97. Condividere il cielo
Nonostante la mia passione per l’astronomia non avevo mai avuto occasione di vivere una serata di osservazione, complice il fatto che, vivendo a Milano, non è facile organizzarsi a meno di frequentare regolarmente gruppi astrofili.
L’invito di due cari amici si è così trasformato non solo nell’occasione di rivederli ma anche nella possibilità di colmare questa grande lacuna.
Armati pertanto del telescopio del mio amico, di curiosità pura e, perché no, di voglia di stare al fresco (1.500 metri d’altezza aiutano molto in tal senso) ci siamo lanciati in questa serata organizzata da un gruppo di astrofili di Caldonazzo.
Difficile descrivere come sia.
Intanto bisognerebbe raccontare l’emozione di poter vedere (di nuovo) Saturno coi suoi anelli, la stella doppia Albireo, il colore bianco azzurro di Vega o quello rossastro di Antares o, ancora, la galassia di Andromeda o la nebulosa di Perseo.
Sono cose che si possono citare, elencare, ma vanno viste per capire cosa significhi.
Ma quello che ancora di più sarebbe da trasmettere è il piacere enorme della condivisione.
C’erano venti, trenta appassionati con le loro attrezzature (alcune veramente impressionanti), ma c’erano anche tanti curiosi che non ne sapevano nulla ed erano venuti per curiosità.
Genitori, figli, adolescenti, tutti a sbirciare, chiedere, curiosare, rimanere stupiti.
E, ed è lì il bello, ognuno degli appassionati a permettere di guardare nei propri telescopi e raccontare ciò che stavano mostrando, donando parte della propria conoscenza e poi, chissà, magari piantando il seme della passione in almeno uno dei bambini che era lì.
Al buio ci si distingue solo per contorni, non si vedono visi, non si vedono vestiti, non si vede nulla. C’è solo il cielo, gli occhi che lo guardano, la voce che racconta.
L’essenza pura della trasmissione del sapere.
La sua magia.
Io stesso mi sono messo a raccontare a una ragazza e a sua madre di come Antares fosse lontana e quanto più grande del nostro Sole fosse. E mi è piaciuto sentire la ragazza chiedermi “quindi è vero che quello che vediamo in cielo è il passato?”. Sì, è vero. E io sarò scemo, ma la tua domanda mi ha emozionato.
La condivisione della conoscenza.
La gioia di sapere e di far conoscere agli altri.
Penso che ci sia poco di più significativo in qualunque tipo di scienza.
Poco di più bello e importante.
Alla faccia di coloro che “ma a cosa serve andare su Plutone”?
Alla faccia di coloro che non sanno alzare lo sguardo sopra la propria mediocrità.