45. Confronti persi in partenza

Domani a quest’ora sarò in giro per Londra per questo: http://www.hackneyempire.co.uk/4040/shows/the-new-statesman-presents-an-evening-with-neil-gaiman-and-amanda-palmer.html

Devo dire che ancora non mi sembra vero.

Sono anni, letteralmente, che aspetto di poter vedere Neil Gaiman dal vivo e il fatto di essere riuscito a comprare il biglietto e, addirittura, finire in terza fila, mi emoziona e stordisce.

Altrettanto emozionante, poi, è che alla veneranda età di 41 anni questo sarà il primo (breve) viaggio da solo: ovviamente avrei voluto che Miss Sauron fosse con me, ma dato che impegni lavorativi non lo permettono, approfitterò della situazione per provare questa esperienza.

Ma di questo, magari, scriverò domani o venerdì.

Oggi volevo notare una cosa.

Quando compro biglietti per spettacoli in Italia (tipicamente tramite Ticketone) di solito funziona così: paghi una cifra spesso non molto bassa, ti arriva a malapena una mail di conferma dell’acquisto e poi stop.
Se devi ritirare i biglietti quel giorno dovrai andare a cercare nei meandri della mail originale luogo e ora, mentre se ti devono arrivare a casa aspetti e basta.
Niente più comunicazioni, niente promemoria, zero.

Personalmente ho acquistato due volte (tre, se contiamo il futuro Hamlet con Cumberbatch e quattro per la remota Star Wars Celebrations del 2016) biglietti per spettacoli a Londra, da strutture diverse.
Non saranno statisticamente confrontabili, ma ho notato parecchi elementi comuni che mi fanno pensare che, quanto meno, ci siano basi di partenza più che interessanti.

La sensazione, comprando su siti inglesi, è quella di essere seguiti dall’inizio alla fine.
Ovviamente arriva la conferma d’ordine ma poi, nel periodo che va dall’acquisto allo spettacolo, arrivano mail varie di informazioni: come arrivare, dove mangiare, l’orario di apertura delle porte, la possibilità di preacquistare merchandising o esperienze varie.

Poi avete provato a contattare un servizio clienti italiano dopo aver comprato dei biglietti?
Già è tanto che rispondano, non parliamo poi delle tempistiche.
In questa occasione ho scritto due mail al servizio clienti dell’Hackney.
Tempo di risposta? Non più di due ore.
Due.
Ore.
Roba che pensavo fosse una risposta automatica, finché non ho letto la mail e ho visto che era invece una risposta puntuale ai miei quesiti.

In sostanza, l’impressione del cliente è, comprando online in Italia, che ti dicano “bene, i soldi ce li hai dati, ora sono fatti tuoi” e, comprando online a Londra, “grazie di aver deciso di venire al nostro spettacolo, lascia che ti rendiamo il tutto più gradevole”.
Poi, ovviamente, il concetto è: più ti diamo un servizio, più è facile che torni e se ti permettiamo di acquistare merchandising è  ancora più facile che tu spenda ulteriormente.
Perfetto, ma se è così semplice, se comunque questo tipo di servizio porta denaro in cassa, perché non farlo anche da noi?
Perché non far sentire il cliente come se fosse coccolato invece che dargli l’impressione di essere un pollo da spennare?

Oh, io ci provo a non essere prevenuto nei confronti del nostro Paese rispetto a certi altri, ma non mi dispiacerebbe se qualche volta me la si rendesse più facile, davvero.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Mìgola ha detto:

    Che bello…buon viaggio!
    Sono stata a Londra a febbraio ed è una città energetica.
    Non perderti tutto solo. 😉
    Mìgola

    • Aries ha detto:

      Pensa che io ero lì a gennaio 😉 A dire il vero, ormai, Londra è quasi una seconda casa (solo quest’anno ci andrò altre due volte).
      Farò il possibile per non perdermi… o forse sarebbe meglio fare il contrario? 😉
      Grazie!

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