37. Quello.
Quello che risponde al telefono di lavoro in qualunque orario.
Quello che abbassa la testa senza farsi valere.
Quello che non sa parlare d’altro se non di lavoro.
Quello che parla anche se non sa di cosa si stia parlando.
Quello che deduce senza sapere.
Quello che giudica senza capire.
Quello che ha un’opinione su tutto, soprattutto per sentito dire.
Quello che “sono tutti uguali”.
Quello che “ma dai, cosa vuoi che sia uno strappo alla regola?”.
Quello che “eh, ma sono ben altri i problemi”.
Quello che non dice mai “ho sbagliato”.
Quello che lavora sul portatile in metropolitana.
Quello che pensa che una pacca sul culo sia un complimento.
Quello del “le donne sono tutte troie”.
Quello che accetta pur di non dar fastidio.
Quello che ha paura.
Quello che non sogna più.
Quello che dice “oggi no, ma domani…”.
Quello che sfotte chi è meno fortunato.
Quello che non sbaglia perché non fa.
Quello che “ciao, come stai? Senti, ho bisogno di un favore”
Quello che “stai bene? No, perché sai io…”
Quello che scorda il bene voluto.
Quello che scorda il bene ricevuto.
Quello che scorda il male visto e vissuto.
Quello che si tappa il naso.
Quello che mente a un amico o un’amica per falsa protezione e per vera codardia.
Quello che viene meno alla parola data.
Quello che non c’è per un amico.
Quello che tarpa le ali.
Quello che non fa pazzie.
Quello.
Quello che non voglio diventare.
….m’è venuta l’ansia con “Quello”, non mi piace, mi sta sui coyons e di brutto anche,………..oooohhhh ma quanti ce ne sono.
“Quello” che lavora sul portatile in metropolitana, LO SALVO ahah……
Pensa che è proprio quello ad avermi scatenato il post. Lo vedevo e dicevo “io così non voglio diventare” 😉