57. No, non è finita

L’intenzione, oggi, era raccontare un minimo aneddoto su qualche situazione presentatasi stamattina.
Ma no, non si può, o perlomeno non mi va.

Perché alla fine, oggi pomeriggio, è venuta la dimostrazione che facevo bene a non gioire venerdì.

Che gioire era prematuro e rischioso.

E quindi ora abbiamo il carico su ciò che già c’era.

Abbiamo da aspettare di nuovo tempi non brevi per non farsi schiacciare.

Ho delle colpe, sì.

Ho la colpa di essermi fidato di chi non meritava fiducia.

Ho la colpa di non aver controllato.

Ho la colpa di non averci neanche pensato.

Ora, però, ho l’impressione che il rapporto tra colpe e conseguenze sia vagamente sbilanciato.

Anche in confronto a stamattina.

Soprattutto in confronto a stamattina.

E niente, il tutto si può chiudere con un sentito, sonoro, sincero vaffanculo.

E col desiderio, in questo momento, di sparire.

Essere altrove.

Essere qualcun altro.

Poi si rialza la testa, ovvio.

Poi si lotta, certo.

Poi si cerca di farsi valere, non è in dubbio.

Ma ora il desiderio è quello.

Immagino poi passi.

Per ora vaffanculo.

Col cuore.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Chris ha detto:

    La differenza tra perdenti e vincenti non è nell’avere o non avere desiderio di sparire, di essere altrove, ma solo nel tempo che si resta con quel desiderio. Tutti hanno quei momenti di sconforto.
    Per cui ora concediti il tempo di restare a terra. Ma solo per raccogliere le forze per alzarsi nuovamente.
    Ricordi cosa diceva Jack Shepard riguardo i momenti di panico e scoraggiamento?
    http://lostpedia.wikia.com/wiki/Count_to_five

    Prenditi quei 5 secondi.

    😉

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