23. Bel Servizio
Ieri sono passato in posta per acquistare i voucher Inps per la donna delle pulizie.
Penso che tutti noi abbiamo ben chiara quale sia la qualità del servizio negli uffici postali, tra attese infinite, personale che si fa i fatti propri e “consulenti” che mentre sei in coda cercano di venderti altri prodotti.
Quel che è successo ieri, però, ha dimostrato che al peggio non c’è limite.
Ero lì, come dicevo, per acquistare voucher Inps. Un servizio che, tra l’altro, è dato in concessione: un servizio “aggiuntivo”, se vogliamo, che dovrebbe essere gestito con serietà.
La sequenza degli eventi:
- Arrivo e prendo il numero. Ovviamente ho parecchie persone davanti e non è ben chiaro come i numeri vengano chiamati.
- Dopo circa 15 minuti (e già è andata bene) esce il mio numero. Vado subito allo sportello e inizio a parlare all’operatore.
- L’operatore mi guarda come se avessi interrotto il suo pisolino quotidiano e si allontana per terminare non si sa cosa. A quel punto uno è legittimato a chiedersi perché abbia fatto scattare il numero se ancora doveva terminare qualcosa.
- Ovviamente, prima di tornare allo sportello, si ferma a parlare con una collega.
- Torna allo sportello e si decide a chiedermi cosa devo fare.
- Prima di sentire la mia risposta ricomincia a parlare con la collega. Inizio a mostrare segni di impazienza.
- Gli dico cosa mi serve, chiede a un collega istruzioni e mentre il collega recupera i voucher si gira e fa “mentre aspettiamo, che operatore telefonico usa?”
Non volevo crederci.
Non bastavano i piazzisti mentre aspetti, ora provano a venderti i contratti ANCHE mentre sei lì per fare altro?
Lo scambio è proseguito così.
“Ho Vodafone e me lo tengo, grazie”
“Perché?” (il vaffanculo era in partenza, ma dovevo recuperare quei dannati voucher)
“Perché mi sta bene così”
“Sì, ma quanto spende?”
(Ormai pronto all’urlata)
“ESATTAMENTE quel che ritengo giusto spendere per la mia attività”
“Ah, è un’azienda?”
“Sì e vorrei finire in fretta”
Quindi, riassumendo: ti fai i cazzi tuoi, il servizio è pessimo, ogni volta devo aspettare un tempo assurdo perché non sapete inserire i voucher nel sistema e provi anche a piazzarmi un contratto telefonico?
Da parte mia questa è la goccia: i prossimi voucher verranno comprati in banca o dal tabaccaio. Le poste possono fallire male, per quel che mi riguarda.
PS: Per la cronaca, l’ufficio postale è quello di Via Pindaro a Milano, giusto per non lasciare le cose non dette.
Nello stesso ufficio, una volta una signora ha ritenuto necessario spiegarmi per cinque minuti di orologio quale fosse il modo corretto di premere il pulsante per il numerino.
Un gentile operatore alla cassa mi ha quasi dato dell’imbecille perché non riconoscevo la convenienza del servizio telefonico delle poste, che tra l’altro era più caro di quello che avevo io… Che dire, li sceglieranno a posta. 😛
Senza dubbio. Tra l’altro vedo che il discorso “servizio telefonico” alla cassa sta diventando sempre più invadente. Bene.
Urca, manco da troppo dall’Italia. La prossima volta che rientro faccio un giro alle poste.
L’ufficio postale più bello e meno funzionale che abbia mai utilizzato era quello del piccolo paesino francese dove abitavo una vita fa.
Minuscolo, vecchio e pieno di cianfrusaglie ma l’anziana signora dietro il vetro era stranamente sempre gentile e pronta a risolvere tutti i problemi.
Qui l’ufficio postale è enorme e tutto aperto e dietro vedi montagne di posta e gente che sposta sacchi ovunque…
Non so se manchi troppo dall’Italia, anzi, leggendo quel che scrivi qui e sul tuo blog devo dire che ti sto invidiando parecchio, sai?
Sicuro, sicuro?
Non fosse altro per il mio amore per il viaggio 😉