La fortezza di Farnham

Nell’immensa produzione Heinleiniana non tutti i romanzi possono essere pietre miliari o veri e propri capolavori.
Ci sono anche onesti romanzi che si leggono velocemente, anche con piacere, ma che lasciano in bocca il sapore di qualcosa di non cotto a puntino, come una pizza impastata male o mal lievitata.
“La fortezza di Farnham”, del 1965, rientra (prevedibilmente) in questa categoria.
Ambientato in piena guerra fredda, ci racconta di una famiglia che si trova ad affrontare nel proprio bunker personale il bombardamento da parte dei russi.
Il patriarca ha previsto tutto.
La necessità di scorte di cibo, medicinali e alcoolici, le possibili dinamiche tra le persone in un’area ristretta.
Tutto, tranne quel che avrebbero potuto trovarsi di fronte all’uscita dal bunker.
Il romanzo gode della capacità narrativa di Heinlein, ma pecca su molti fronti.
La carne al fuoco è tanta e le vicende prendono, da metà in poi, una piega piuttosto inaspettata e non totalmente centrata.
La volontà dell’autore è evidentemente di raccontare in modo realistico certi lati dell’animale uomo, di denunciare il razzismo in ogni sua forma, di ricordare a cosa si può arrivare se ci si crede “eletti”: il problema è che sembra fuori fuoco e l’effetto desiderato si perde.
Lo stesso protagonista, ennesimo alter-ego dello scrittore, è meno apprezzabile rispetto ai suoi soliti personaggi e molti dei comprimari sono stranamente bidimensionali e piatti.
Si legge bene, si legge volentieri, ma rimane la sensazione di un’occasione persa, uno di quei libri che vanno letti solo se si vuol conoscere ogni opera di un autore, ma che impallidisce rispetto a “La luna è una severa maestra” o a “Universo”, usciti all’incirca nello stesso periodo.
Una curiosità: alcune scelte (finale incluso) ricordano molto l’Eternauta, capolavoro di fantascienza a fumetti sudamericano.
Considerando le date di uscita, il sospetto che il buon Robert si sia in qualche modo ispirato a esso mi rimane.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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