Millemondi 1977
Negli anni ’70 succedevano strane cose. Un editore poteva decidere di pubblicare in un solo volume due romanzi di un autore senza che fossero in alcun modo legati, senza che avessero un filo conduttore o una sequenza cronologica di lettura.
Nulla.
Erano due (o più) libri di quell’autore e tanto bastava.
Certo, a volte capita anche ora (e spesso capitano anche orrori diversi ma paragonabili), ma ai tempi succedeva molto spesso, soprattuto con la fantascienza, ancora di più con Urania.
Una collana “fuoriserie” di Urania si chiamava “Millemondiestate” e, di anno in anno, pubblicava volumi più corposo dei soliti romanzi della collana regolare.
Nel 1977 fu il turno di Heinlein e di due romanzi il cui unico elemento in comune è la parola “luna” nel titolo: “La Luna è una severa maestra” e “Il terrore della sesta luna”.
Il primo è uno di quei romanzi che spiazzano completamente.
Ci si avvicina pensando a un classico romanzi di fantascienza e ci si ritrova immersi in una storia politica che, fatti salvi gli opportuni adattamenti, potrebbe essere ambientata in un passato recente, nel presente, domani.
Una storia di ribellione, di ricerca dell’indipendenza, di diritti e di cosa si è pronti a fare per ottenerli.
Non è certo un romanzo di avventura, anche se un po’ di azione è presente: Heinlein non era minimamente interessato a quell’aspetto della vicenda e ne ha parlato solo quando strettamente necessario; no, qui abbiamo di fronte una romanzo fuso con un trattato di politica e di sociologia.
Il buon Robert infarcisce la sua storia di tanti di quegli elementi che è difficile elencarli in una recensione: dai matrimoni di linea e di clan alla lotta di classe, dall’intelligenza artificiale alla manipolazione delle masse fino alla descrizione dettagliata di come, secondo lui, andrebbe portata avanti una rivoluzione.
Non è sicuramente una lettura leggera, soprattutto se la si affronta non sapendo di cosa tratta, ma questo è uno degli ambiti in cui Heinlein dava il meglio: quando descriveva una società diversa dalla nostra per definire i limiti di ciò che ci circonda.
Discorso totalmente diverso per “Il terrore della sesta luna”. Questa fantascienza classica, basata sullo stesso filone de “L’invasione degli ultracorpi”: arrivano gli alieni e prendono possesso dei corpi degli umani.
Questo il sunto dell’ambientazione.
Purtroppo, in questo caso, Heinlein non dà il meglio di sé: la storia ha molti spunti interessanti e affascinanti e il modo in cui gli Stati Uniti e il resto del mondo reagiscono all’invasione è piuttosto atipico, ma il romanzo si mantiene poco più che sufficiente.
I personaggi sono piatti e stereotipati, una sorta di brutte copie di quelli che compaiono in altri suoi romanzi, i loro comportamenti non sempre sono motivati e l’effetto “ma che cavolo” è dietro l’angolo.
E’ scorrevole, si legge bene, ma lascia in bocca lo stesso sapore di una pasta insipida dopo che si è assaggiato un bel piatto di lasagne.
Da leggere soprattutto se si vuol poter dire di aver letto tutto di Heinlein, altrimenti si può tranquillamente soprassedere.