Tokyo Decadence
Che delusione totale, questa è la prima cosa che ho pensato chiudendo il libro di Ryu Murakami (da non confondersi manco per sbaglio con Haruki, please).
Dell”autore avevo già letto Tokyo Soup, che mi aveva fatto una buona impressione pur rimanendo un genere molto particolare, sicuramente non adatta a tutti gli stomaci; quando ho affrontato Tokyo Decadence (titolo originale “Topaz”, no comment) mi aspettavo di trovare sì un libro altrettanto “forte” e “difficile”, ma che in qualche modo sapesse anche coinvolgere e dare qualche tipo di emozione, anche negativa.
Invece niente, il nulla più totale, la sensazione complessiva è quella di essere “asettico”.
Probabilmente anche il tipo di libro non aiuta, dato che mentre Tokyo Soup era un romanzo ben definito, con una storia portante, qui abbiamo una serie di brevi racconti con unico filo conduttore quello di avere come protagoniste delle prostitute con (più o meno) notevoli problemi che incontrano clienti con (molto più che meno) notevoli problemi.
Sulla carta gli ingredienti per un qualcosa di “fastidioso” e di “toccante” c’erano tutti ed assicuro che il buon Ryu non risparmia certo scene forti, ma il risultato è l”indifferenza, totale ed irrimediabile.
L”unico dubbio che può sorgere è che la volontà dell”autore potesse essere proprio questa, quella di denunciare certe condizioni ed il modo in cui si possa arrivare a snaturalizzare tutto… un dubbio che non riesco a sentire così “forte” e che mi lascia in realtà la sensazione che, semplicemente, stavolta abbia toppato alla grande.
Peccato.