La lunga, oscura pausa caffè dell’anima
Non ci posso far niente, quando leggo il nome “Douglas Adams” su una qualunque forma di stampato non riesco a resistere, devo averlo.
Non solo, se scopro che esistono suoi libri non più in commercio non mi dò pace finché non riesco a procurarmeli: è accaduto così, in passato, per il primo volume delle avventure di Dirk Gently, questo (ovviamente) prima che Mondadori decidesse di ristamparlo in una nuova edizione, ma trattasi di dettagli di poco conto.
Si capirà quindi con quali aspettative ho affrontato la lettura de “La lunga, oscura pausa caffè dell’anima”: un inedito di Adams (almeno in Italia) dedicato a Dirk Gently doveva essere qualcosa di imperdibile, giusto? Ecco, non proprio.
Capiamoci, il libro ha dei momenti di vero spasso, Dirk Gently è un personaggio azzeccatissimo e con molto da dire, ma il problema è la sensazione generica di “tirato via”.
Ci sono idee, ci sono spunti, ci sono battute, ma per qualche motivo non si riesce a generare l’alchimia travolgente delle prime guide galattiche o, se per questo, del primo Dirk Gently.
Il protagonista stesso è meno presente di quanto avrei gradito, lasciando molto spazio a dei comprimari sicuramente divertenti e azzeccati, ma decisamente troppi per un libro di queste dimensioni.
Il risultato è duplice, quindi.
Da una parte c’è il divertimento puro di alcune trovate di Adams: l’uomo era un genio e al riguardo non c’è nulla da dire.
Dall’altra c’è la delusione parziale di un libro che poteva essere molto di più e che invece mi tocca semplicemente definire carino o gradevole.
Lo so, sono viziato, me ne rendo conto.
Non lo consiglio a qualcuno che voglia conoscere Adams: per quello esiste solo la Guida Galattica.
Chi invece voglia avere tutto di lui o voglia ritrovare l’investigatore olistico può dargli una possibilità, affrontandolo però con qualche aspettativa inferiore rispetto alle mie.
….premesso che non so manco di cosa parli, ma il titolo di codesto libro è ………. na meraviglia!!!!!!!!!!!!!
Scusami
4p
E di che? Hai ragione 😉
Il primo dell’investigatore è vero che è un po’ lento, ma trovo il secondo fenomenale.
Non saprei, come dicevo probabilmente sono partito con aspettative veramente troppo alte. Mi è piaciuto, mi ha divertito in diversi punti, ma non mi ha “travolto”.