Legami letterari
Chi mi conosce o chi frequenta da un po’ questo spazio sa bene che, pur essendo un lettore piuttosto onnivoro, ci sono due generi "principali" che riempiono le mie librerie, ovvero fantascienza/fantasy e thriller.
Curiosando su Anobii, questa dicotomia genera un effetto piuttosto interessante: mi ritrovo ad avere compatibilità medio/alte con persone ben diverse, a seconda che siano appassionate di un genere o dell’altro.
Quel che, però, ho notato è che io in realtà non mi sento ugualmente affine ad entrambe le "categorie": se, infatti, quando trovo una libreria a me vicina in ambito "fantastico" mi trovo spesso incuriosito e desideroso di approfondire sia il contenuto della libreria stessa che, magari, la conoscenza del suo proprietario, raramente lo stesso mi capito con librerie "thrilleriste"; eppure la mia passione per alcuni scrittori di questo secondo genere come Deaver o Patterson non è assolutamente indifferente.
Allora cosa causa questa minore affinità? Personalmente penso sia dovuto al fatto che mentre i thriller rappresentano per me un genere di "svago", di "cazzeggio", i libri di fantascienza e fantastici sono invece un qualcosa di più innato, qualcosa che si lega profondamente a ciò che sono, a ciò che sogno, a ciò che immagino.
Così chi si avvicina a me su questi argomenti lo fa anche su un piano più personale, più umano, più (in un certo senso) reale.
Ed è così che, di nuovo, i libri e la lettura si legano in maniera indissolubile a ciò che sono, filtrando almeno in parte i contatti col resto del mondo.
Devo dire che poteva andarmi peggio.
ciao, su http://www.ilrifugiodeimoai.it stiamo realizzando un concorso letterario “avventurarsi nel futuro” se ti va di partecipare fai un salto da noi. ciao FP