Universo

Il genio di uno scrittore si vede in tante cose.

Nel modo di scrivere, ovviamente, nella capacità  di non riciclarsi e, davanti a tutto, nelle idee che la sua mente creativa partorisce.

Partendo da questi presupposti penso che non si possa non affermare che Heinlein è stato un genio e me ne vado convincendo sempre più ad ogni suo romanzo che termino.

Stavolta, in “Universo”, Heinlein racconta di un’enorme nave spaziale che ha lasciato innumerevoli generazioni prima la Terra diretta su una stella lontana, forse Alpha Centauri: la missione, che già  doveva durare diverse generazioni, finisce per fallire a causa di un ammutinamento nella popolazione della nave, ammutinamento che comporta la perdita completa dell’equipaggio e, di conseguenza, di tutto il personale in grado di far funzionare la nave.

E’ qui che si vede il genio, perché Heinlein fa svolgere la vicenda talmente tanto tempo dopo tale ammutinamento che la nava è ormai diventata l’habitat naturale dei suoi passeggeri, che, regredendo totalmente nelle conoscenza anche più basilari, si convingono che essa rappresenti l’universo stesso nella sua completezza: ed è così che “Jordan”, nome della Fondazione che ha creato la nave, diventa il sinonimo di “dio” ed è sempre così che i libri tecnici di manutenzione della nave divengono per gli inconsapevoli abitanti testi di fede carichi di simbolismo, da non interpretare letteralmente.

Un esempio? Un anziano parla al giovane protagonista della Legge di Gravitazione Universale e risponde così al ragazzo, che la ritiene una sciocchezza non avendo idea dell’esistenza dei corpi celesti:

“Questo dimostra quanto stavo dicendo. Tu la intendevi in senso letterale, e lo stesso vale per le leggi che governano gli apparecchi elettrici di cui si parla in un altro punto del libro. Due corpi si attraggono con una formza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Sembrerebbe una delle tante leggi relative ai fenomeni fisici, no? Invece, non si tratta affatto di questo; era il poetico modo con cui i nostri avi formulavano la legge di attrazione che regola l’emozione dell’amore. I corpi a cui alludevano sono i corpi umani, la massa è la loro capacità  di amare. I giovani hanno una capacità  di amare superiore a quella dei vecchi; quando sono vicini si innamorano, quando si separano dimenticano presto l’amore. ‘Lontano dagli occhi, lontano dal cuore’. E’ altrettanto semplice. Ma tue in questa legge cercavi un significato più profondo.”

Da questo spunto la vicenda cresce ed evolve, forse fin troppo velocemente, tanto che non sono sicuro se parlare di romanzo breve o racconto (molto) lungo.

Una lettura affascinante.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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3 risposte

  1. Coubert ha detto:

    Avevogià  una mezza idea di procurarmelo, oral’idea si è rafforzata

  2. utente anonimo ha detto:

    Lo metto nell’elenco dei desideri!! Visto che ti piaciono le traduzioni dei titoli fantasiose, che ne dici del film “Charlie viene prima di tuo marito” …

  3. Aries ha detto:

    @Coubert: che onore! 🙂

    @Andargas: sono andato a cercarmi il titolo originale… mein gott o_O

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