Fanteria Dello Spazio

Ho scoperto Robert Heinlein da pochi anni e di questo me ne pento veramente, perché un autore così completo, poliedrico ed innovatore è davvero difficile da trovare: se consideriamo che molti suoi libri, scritti a partire dal 1950, sono tuttora freschi, fruibili e, soprattutto, attuali ci possiamo rendere conto della qualità di un tale scrittore.

"Fanteria dello spazio", del 1959, è un esempio lampante di quanto sopra: fondamentalmente è un romanzo di crescita ed un romanzo di guerra; sì, certo, stiamo sempre parlando di fantascienza, ma in questo caso la fantascienza è uno sfondo, non un personaggio principale: se la storia fosse stata ambientata durante una delle tante guerre che abbiamo già vissuto avrebbe funzionato comunque alla perfezione.

Un romanzo di crescita, dicevo, dove il protagonista si arruola nell’esercito quasi per gioco e ribellione e finisce per scoprire che quello, alla fine, era veramente il suo destino.

Heinlein delinea un futuro ben preciso, dove gli esseri umani si sono espansi nella galassia ed hanno incontrato nuove specie, alcune delle quali sono diventate alleate, altre nemiche ed altre ancora prime nemiche e poi alleate; un futuro in cui l’arruolamento nell’esercito è totalmente volontario, ma in cui solo chi si arruola ha diritto di voto: immagine che molti hanno tacciato, a torto, di fascismo non troppo latente, quando il pensiero dell’autore è ben esplicato durante tutto il romanzo; il concetto di base è che se qualcuno è pronto a morire per la propria società allora, probabilmente, sarà anche pronto a valutare per ciò che è meglio e non solo con scopi egoistici: un ragionamento magari forte e condivisibile in parte, ma che non può non far sorgere qualche dubbio.
Stiamo parlando di un futuro dove la società è fondamentalmente molto più sana del nostro presente, status raggiunto grazie ad una rivalutazione di molti aspetti etici e morali delle culture contemporanee: molto indicativo il punto in cui un insegnante spiega come "nel passato" (ovvero nel nostro presente) la delinquenza giovanile andasse peggiorando per mancanza di punizioni reali, discorso che almeno un po’ deve far riflettere, soprattutto ai giorni nostri.

Si noti poi che, in una guerra contro esseri totalmente difformi dagli umani, mai il personaggio narrante afferma la superiorità della razza umana, ma, semplicemente, nota con rammarico come con esseri tanto differenti sia anzitutto impossibile capirsi o quasi, arrivando a ricordare come sia facile passare dall’incomprensione all’ostilità.

Un bel romanzo, da leggere ed approfondire, sicuramente lontano dai canoni di tanti bravi autori dell’epoca tipo il mio adorato Asimov, ma altrettanto (ed a volte anche di più) in grado di far ragionare il lettore.

PS: il libro ha ispirato un film di Paul Verhoeven ("Starship Troopers", titolo originale anche del romanzo), ma pur avendolo visto solo a spezzoni devo ancora capire cosa di preciso abbia in comune col testo originale.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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Una risposta

  1. quieteblu ha detto:

    Ok, mi hai convinta 🙂

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