Cambiamenti

Ci sono luoghi e persone che fanno parte di noi e della nostra natura.
Si tratta di quei posti dove ci si sente come a casa propria anche se ci si va raramente, quegli amici (non conoscenti) che sono tali anche se li vedi una volta l’anno.
Per me Cesenatico e Max e Claudia hanno sempre rappresentato questo.
Iniziai ad andare in ferie nella cittadina romagnola con mia madre quando avevo 11 anni: non so neanche come venne scelto l’albergo, ma so che ci trovammo bene ed i miei decisero di tornarci anche negli anni seguenti, stringendo una buona conoscenza coi gestori di allora.
Poi gli anni passarono, io mi feci la mia compagnia di amici in zona e continuai ad andare nello stesso albergo nonostante un paio di cambi di gestori; l’ultimo cambio fu nel ’92: io avevo 18 anni, ero alle prime ferie da solo (un mese in luglio, che nostalgia) ed arrivarono a gestire l’albergo questi due ragazzi di 21 e 19 anni con un coraggio incredibile per prendersi un impegno del genere ed un’abilità naturale nel far sentire la gente a proprio agio.
Diventammo amici, non poteva essere diversamente.
E fu così che quell’albergo, quel posto, cominciò a diventare veramente una seconda casa per me: avevo due persone che erano sempre felici di sentirmi, che erano sempre pronte ad accogliermi e, soprattutto, con cui eravamo prontissimi a parlare e divertirci.
Era casa mia.
Se penso a quanti momenti della mia vita si sono svolti lì: le prime cotte, la prima vacanza con una mia ragazza, le prime albe, le prime fughe per stare in pace…
Cesenatico, Max e Claudia mi hanno visto nei momenti più divertiti (e le gavettonate a Ferragosto sono un ricordo d’obbligo) ed in quelli più duri: la loro presenza è sempre stata discreta ma consolante.
Ed io ho visto crescere loro: ho visto crescere la loro passione per la bicicletta, li ho guardati perplesso prima ed ammirato poi per le loro avventure in giro per il mondo, li ho stimati sempre più per il loro impegno in Africa, mi sono sentito fiero di loro quand’è stato pubblicato il libro di Claudia, mi sono commosso con loro nel lungo periodo dell’ultima avventura di Max; ma, sopra ogni cosa, ho imparato sempre più a conoscere ed amare il loro buon cuore e la loro splendida anima.
Una settimana fa ho saputo che se ne sono andati da quel posto: avevano motivi validissimi e li capisco, ma indubbiamente la notizia mi ha spiazzato, a dir poco.
Pensate come vi sentireste se un giorno vi dicessero che dei vostri cari cugini hanno lasciato la casa dove andavate sempre a trovarli e dove siete cresciuti insieme.
Ecco, io mi sono sentito così ed in parte mi ci sento ancora.
Ora non so se riuscirò a tornare in quei luoghi con la stessa gioia: sarebbe come andare nella casa che citavo sopra e trovare i nuovi inquilini..
Già, penso che ormai quella casa non sia più mia.
Mi mancherà.
Mi mancheranno le risate insieme, mi mancheranno i bomboloni a mezzanotte ("no, dai tu ci vuoi male "), mi mancheranno le battute sulla mia età e sulla mia vita sentimentale, mi mancheranno i pranzi di Ferragosto e le gavettonate, mi mancheranno le battute a raffica tra me e Max e le sue sempre nuove curiosità sul mondo informatico.
Non mi mancheranno loro, quello no, perché non basta la distanza e non bastano le avversità: due amici così cari non possono che rimanere in me, ovunque andranno ed ovunque andrò.
Sempre.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

Potrebbero interessarti anche...

2 risposte

  1. Anonimo ha detto:

    forse è vero: la casa è dov’è il cuore.
    grimm

  2. Aries ha detto:

    Già , o almeno la sento io…

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Consenso ai cookie GDPR con Real Cookie Banner