76. Coda di lettura scaduta

Siamo tutti familiari con la definizione di coda di lettura, vero?

Nel dubbio ribadiamo che la coda di lettura è l’insieme dei libri acquistati (o ricevuti in prestito o regalo, ovviamente) e che si ha intenzione di leggere in futuro.

Bene.

Io non ho una coda di lettura.

O meglio, ce l’ho eccome, ma definirla coda di lettura è un po’ come dire che la biblioteca di Alessandria aveva qualche libro in croce.

Io ho una libreria di lettura futura.

Non scherzo: in casa mia una Billy è da anni dedicata a contenere i soli libri che ancora devo leggere. E, per pudore, non sto citando gli ebook.

Come sono arrivato ad averne tanti? Semplicemente perché una volta leggevo con un ritmo sicuramente maggiore e quindi mi permettevo di acquistare tutto ciò che potevo di un autore o di un genere, oltre ai libri singoli che nel frattempo attiravano la mia attenzione per qualche motivo.

Poi qualcuna dice anche che sono un pazzo psicopatico, cosa che non mi sento di confermare o negare in questo momento.

Ma torniamo alla libreria/coda di lettura.

Per parecchio tempo ho ignorato più o meno consciamente qualcosa che era sempre più evidente: ogni volta che dovevo scegliere un libro nuovo da leggere, finivo per prendere un volume che non era entrato in coda da più di un anno, salvo rari casi. Il resto era lì, mi incuriosiva, mi dicevo “sì, dai, prima o poi lo leggo” ma finivo per non sceglierlo mai.

Non è che mi facesse improvvisamente schifo, solo che non mi attirava, non ne avevo voglia, non mi stimolava.

Alla fine ho dovuto chiedermi perché e la risposta è banale: perché sono cambiato.

Perché per quanto certi libri mi abbiano appassionato in passato e probabilmente mi divertirebbero se li leggessi ora, avendo tempo per leggerli tutti, se devo scegliere e dare una priorità non ce l’hanno. Non ce l’hanno più.

Non ce l’hanno perché nel frattempo ho sviluppato altri interessi, perché ho voglia di stimoli, perché la mia curiosità mi porta a cercare cose nuove per arricchirmi, non importa che questo avvenga tramite divulgazione o narrativa, ma che in qualche modo tocchi nuove corde.

Troppo a lungo ho voluto ignorare questo cambiamento. Troppo a lungo ho pensato che sì, dai, quei libri sono lì, li ho presi perché mi interessavano, sicuramente prima o poi li leggerò.

Ma il me stesso che ha comprato quei libri non è quello che li sceglie oggi: abbiamo un passato in comune e dei tratti che ci uniscono, ma non siamo la stessa persona e pertanto non leggeremo gli stessi libri. Alcuni sì, certo, ma non tutti.

Così ho preso, mi sono messo di buona lena e ho iniziato a scegliere quei volumi che ero certo non avrei approcciato, pensando che se proprio in qualche momento mi dovesse venir voglia potrei facilmente recuperare la versione digitale.

Ne ho tolti una quarantina (e probabilmente dovrei toglierne ancora altri), li ho messi in una busta e molti di loro, a breve, verranno esposti sugli scaffali del Libraccio, dove qualcuno li sceglierà per dar loro l’attenzione che non hanno più avuto da me.

Pensavo che la cosa mi avrebbe fatto più effetto, che mi sarei sentito in qualche modo più malinconico a rinunciare a un retaggio del mio passato che tanto a lungo era rimasto nella mia vita, ma la verità è che occupavano posto solo in quanto parte del passato, non del presente, ed era giusto che li lasciassi andare.

Non ho avuto dispiacere, non ho avuto malinconia, non ho avuto sensazioni negative.

Solo il piacevole senso di aver fatto spazio per tutti quei libri che meritano la mia attenzione presente.

E far spazio a volte serve eccome.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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