237. Challenges
Ho scoperto da un po' di tempo di amare le sfide.
Bella scoperta, potrebbe dire qualcuno, che tu sia pronto a buttarti a capofitto in situazioni assurde già si sapeva.
Infatti non mi riferivo a quel tipo di sfide, sapientoni.
Mi riferisco a quelle più strettamente pratiche, quantificabili e misurabili.
Tutto è nato con la sfida di lettura di Goodreads uno o due anni fa: dopo un anno di letture piuttosto modeste avevo deciso di sfidarmi a raggiungere un numero minimo di libri ben preciso ed, effettivamente, ci riuscii.
Avere la possibilità di vedere il progresso, di avvicinarmi all'obiettivo, di poter misurare i risultati fu un qualcosa che mi aiutò a darmi un ritmo e raggiungere la meta anche prima del previsto.
In quella sfida c'erano tutti gli ingredienti che ho capito essermi necessari.
Un risultato raggiungibile, perché una sfida di per sé impossibile non è stimolante, è solo una scusa per non iniziare o mollare il prima possibile.
Un modo per misurare i progressi, così da poter sentire un continuo incentivo.
Il fatto che fosse in qualche modo pubblica: non è indispensabile, ma secondo me aiuta; trovare una scusa se si prende un impegno con se stessi spesso è più facile che se, in qualche modo, questo impegno diventa di pubblico dominio.
Magari non vale per tutti, ma secondo me non fa male.
Quella sfida fu un successo, dicevo, così decisi non solo di replicarla, ma anche di ampliare il concetto.
Il 100 happy days dell'anno scorso fu un altro esempio, parecchio difficile in certi giorni, ma che mi diede notevole soddisfazione, oltre ad insegnarmi alcune cose.
E quest'anno, ovviamente, c'è il post al giorno, che ormai è arrivato al 237mo e che sembra procedere a dovere.
Eppure quest'anno la sfida di lettura non è andata come previsto.
Le intenzioni erano abbastanza modeste: 36 libri, tre al mese.
Poi ho iniziato a recuperare volumi a fumetti e, per coerenza e per non barare, a ogni volume a fumetti letto aumentavo di egual numero quelli richiesti dalla sfida, fino a un mesetto fa.
Perché a meno di un mese dalla fine, continuando così, probabilmente la sfida sarebbe persa.
Cos'è andato storto?
Di sicuro il lavoro e la stanchezza serale hanno avuto la loro parte, ma la verità è soprattutto una: ho ripreso a scrivere. E se in una giornata uno deve lavorare, fare un po' di esercizio, scrivere un post per il blog e qualche pagina del romanzo, non è che gli rimanga molto tempo anche per leggere.
Per cui ho deciso di arrendermi e di capire che sì, le sfide sono importanti, ma le priorità lo sono altrettanto e il romanzo e la scrittura in genere, ora, devono essere al primo posto dopo troppi mesi di sfondo.
Quindi terminerò la sfida di lettura in questo modo, smettendo di non contare i volumi a fumetti.
Porterò avanti il post al giorno.
Tra un po' ricomincerò a lavorare al romanzo.
L'anno prossimo deciderò altre sfide?
Forse un'altra di lettura, più adeguata.
Forse qualcosa legato al blog.
O, meglio ancora, potrei lanciarne una veramente difficile: una pagina di romanzo al giorno fino a che non avrò finito.
E questa potrebbe la più a rischio e, anche per questo, la più importante.