39. Degni di esistere
Per vari motivi mi sono trovato in questi giorni a leggere e sentire commenti di nuovo legati ai corpi grassi e l’effetto è sempre piuttosto sconsolante, per quanto io voglia pensare che la società stia evolvendo, che si stia iniziando a capire, a fare un’informazione adeguata.
Se, infatti, da un lato ci sono medici illuminati come Edoardo Mocini o Silvia Goggi, dall’altra la cultura grassofobica in cui siamo immersi continua a far danni e anzi cerca di riprendersi quel poco che le è stato tolto, anche per bocca di sedicenti pensatori che – proclamandosi controcorrente e fuori dal coro – finiscono invece per difendere uno status quo in cui si sentono perfettamente a loro agio. Perché, ovviamente, i corpi di cui parlano non sono i loro.
Allora provo a metterlo nero su bianco, ribadendo cose che dovrebbero essere ormai chiare e basilari, ma evidentemente non lo sono.
Il corpo altrui non vi riguarda. Mai.
Non vi riguarda se è grasso, non vi riguarda se è magro, non vi riguarda se è vestito, non vi riguarda se è nudo, non vi riguarda se lo trovate attraente o se vi fa ribrezzo. Non è un argomento che vi deve interessare.
Mai.
Ripetiamolo: mai.
Quando commentate il corpo di qualcuno state facendo un’invadenza pura e semplice nella vita altrui. Inutile, non richiesta, spesso dannosa. E non lo state facendo per nessuna ragione meritevole.
Avete presente quando dite ”lo dico per la tua salute”? Balle. Non so se le raccontate a chi vi sta di fronte o anche solo a voi stessi, ma restano balle. Non lo dite per la salute di chi vi sta di fronte, perché quella salute non vi riguarda. Non siete quella persona e non siete il suo medico e anche se si dovesse trattare di un vostro caro, continua a non riguardarvi direttamente.
Cosa credete, che se ci sono problemi di salute la persona davanti a voi non ne sia consapevole? Credete veramente che stia attendendo la vostra voce calata dal cielo per illuminarla con una rivelazione che non l’aveva toccata fino a quel momento? Perché se è così forse dovreste un attimo iniziare a rivalutare la vostra importanza nell’ordine dell’universo, ve l’assicuro.
Quindi, appurato che la vostra importanza nell’insieme generale delle cose è sostanzialmente nulla, ripeto la domanda: perché lo fate? Perché quel corpo vi disturba. Perché non rientra in un canone che voi ritenete accettabile. Perché anche vi spaventa: quanti hanno usato i corpi grassi come punchline durante i lockdown? Io ho perso il conto. Nella vostra mente il corpo grasso è una delle cose peggiori che si possa augurare, per cui dovete stigmatizzarlo, dovete attaccarlo, dovete ricordare alla persona davanti a voi che non merita di esistere in quella forma.
Non merita di esistere.
Esattamente.
Ed è qui che cade il problema successivo, quello di chi afferma che la body positivity voglia promuovere il grasso e l’obesità come cose che ”vanno sempre bene” e sono addirittura ”auspicabili”.
Sapete, si tratta dello stesso ragionamento di chi dice che i pari diritti per le persone queer finiranno per fare estinguere le persone eterosessuali.
Stesso schema, stesso tipo di paura, stesso abominio mentale alle spalle.
La body positivity nasce con un solo scopo: permettere a chi ha un corpo non conforme di sentirsi degno di essere al mondo. Perché, cari pensatori controcorrente, il problema sta lì. Chi vive in un corpo grasso spesso attraversa le sue giornate con messaggi che ricordano quanto il suo corpo sia inaccettabile, la sua esistenza sia al massimo tollerata, se non direttamente disprezzata.
Volete un ulteriore esempio al volo? Ogni volta che metto un’immagine in questi post, a meno che non sia una copertina di un libro o sia stata scattata da me, la recupero dalla libreria gratuita a disposizione di WordPress. Oggi ho usato la parola chiave ”fat”. Sapete quante immagini utilizzabili ho trovato? Una. Forse due. Le altre? Persone grasse accanto a istruttori in palestra che le seguono, macchinari per dimagrimento su un corpo magro, un maiale, un sacchetto di Mac Donalds e degli striscioni riguardanti il Mardi Gras. Persino il martedì grasso ha più visibilità di un corpo grasso in salute.
Senza contare che anche quando decide di intervenire viene considerato un’anomalia da prendere in giro. Avete mai sentito ridere di una persona grassa che corre o fa esercizio? Io sì, innumerevoli volte. In alcuni casi quella persona sono stato io.
Body positivity significa dire che si può decidere di non voler essere grassi (o magri), ma che quella decisione deve venire perché noi desideriamo cambiare noi stessi. Noi. Non voi. Non il commesso in un negozio che ci dice che la nostra taglia non esiste. Non la persona che si sente in diritto di fare battute su quanto ipoteticamente mangiamo. Non chi ci vede con un* partner più magr* e si chiede come possa stare con noi.
C’è una differenza enorme tra il desiderare di essere considerati alla pari degli altri e il promuovere una forma fisica di un certo tipo e usare questo meccanismo di discussione significa essere stupidi, ignoranti o in malafede.
Solo per una delle tre c’è cura, purtroppo.