25. A occhi aperti
Oggi sono stato spiazzato da una domanda apparentemente banale.
Eravamo sdraiati godendoci una pausa pranzo davanti al mare e io avevo lo sguardo che vagava intorno, finché lei mi guarda e mi chiede perché non mi stessi rilassando un po’ a occhi chiusi.
Ero stupito, perché neanche ci avevo fatto caso. O meglio, sì, ovviamente ci avevo fatto caso, ma per me è la normalità e quando qualcosa per te è normale suona strano che te ne venga chiesto il motivo.
Se mi fermo a pensarci, io non tengo praticamente mai gli occhi chiusi per rilassarmi: lo faccio se sono molto stanco e voglio dormire, se ho mal di testa o al massimo, pensando in positivo, se sto ricevendo un massaggio (e anche allora non è detto).
Altrimenti i miei occhi sono aperti, soprattutto se mi trovo in un luogo d’acqua, sia esso mare o lago o fiume.
Quello che faccio in questi momenti è diventare ricettivo: smetto di essere attivo, metto in stand by il cervello e permetto al mondo intorno a me di raggiungermi.
Guardo, ascolto, annuso, mi immergo in ciò che mi circonda e lascio che una parte mi resti incollata addosso: non so mai cosa, ma qualcosa anche minima resterà, magari riaffiorando tempo dopo.
Mi ricarico del mondo, del mare, del lago, del fiume, dell’acqua, della luce, delle nuvole, degli odori, delle persone, degli animali.
Mi permetto di essere ricevente piuttosto che creativo, per poi poter tornare nella seconda veste.
Ecco, il mio rilassarmi non è chiudermi in me, ma permette a me stesso di assorbire il bello che c’è fuori, la calma, la serenità.
E, sempre pensandoci mentre scrivo, mi accorgo che si tratta di una mia caratteristica principale: so da tempo di essere una spugna emozionale, per cui assorbo quanto di negativo e di positivo mi circonda, con tutte le gioie e i dolori che ne conseguono ed è per questo che, se ho bisogno di calma, mi immergo nella serenità del luogo che scelgo, sempre che abbia la fortuna di poterlo fare.
Sono come una batteria solare di emozioni e oggi mi sono permesso di ricaricarmi un po’.
A occhi spalancati.