Pelle d’Uomo
Da sempre le fiabe e le storie fantastiche – inclusa la loro moderna incarnazione sotto forma di fantascienza e fantasy – possono essere strumenti ideali per affrontare tematiche importanti sfruttando un punto di vista che il puro realismo non permetterebbe.
Potremmo ad esempio scrivere o leggere un saggio sull’importanza di conoscere il diverso da noi, di mettersi nei suoi panni, ma se invece ci trovassimo davanti una storia in cui questa immersione è letterale? In cui una giovane donna rinascimentale può diventare un uomo indossando una pelle tramandata da generazioni?
Cosa scoprirebbe questa donna che decide di non sottostare ai dogmi di un mondo che le sta stretto? Finirebbe per rendersi conto di quanto la cultura in cui è immersa sia ipocrita, contraddittoria, distruttiva non solo per le donne, ma anche per molti uomini costretti in ruoli che non li appartengono.
Bianca, la protagonista di “Pelle d’Uomo” scopre non senza farsi del male quanto sia fondamentale distruggere i muri che costringono gli individui in ruoli non loro, ma anche al contempo l’importanza dell’accettare la diversità altrui, del venire a patti con le sfumature di grigio che avvolgono quasi sempre sentimenti, sessualità e rapporti interpersonali.
La dicotomia tra Bianca e Lorenzo – la sua versione maschile – che finisce anche per sfociare in una gelosia e in una lotta tra le sue identità è anche la rappresentazione della difficoltà che si ha tra il vivere l’identità con cui si è cresciuti e l’abbracciarne una nuova che può essere agli antipodi o addirittura fusione di più di una.
La crescita di Bianca accompagna quella del lettore, che se inizialmente può ritenere di avere ben chiaro quale possa essere lo svolgimento della storia, presto dovrà ricredersi e assimilare una complessità di sviluppi e sentimenti piacevolmente sorprendente, terminando in un finale che forse non si adatta davvero all’ambientazione storica scelta, ma che risulta quasi necessario per trasmettere la speranza che realmente ci sia la possibilità di un cambiamento radicale una volta che si impari ad accettare ciò che siamo noi, chi amiamo e chi ci circonda.
I disegni di Zanzim aiutano a mantenere un’atmosfera fiabesca che in realtà certe volte cozza con le tematiche di Hubert, ma il loro mix funziona perfettamente, sia quando le tavole presentano griglie regolare, sia quando il disegnatore si lascia andare con splash pages di forte effetto.
Pelle d’Uomo è un volume che affronta le tematiche di identità e disparità di genere, dell’omosessualità, dell’accettazione del sé e dell’odio generato da un certo tipo di fondamentalismo religioso con un tocco delicato ed equilibrato; solo proprio sul fondamentalismo, che sfrutta il personaggio di Angelo – fratello di Bianca – la resa è un po’ troppo bidimensionale e sa di occasione persa per un ulteriore approfondimento che non sarebbe stato fuori luogo: un peccato comunque veniale per una Graphic Novel che merita senza ombra di dubbio tutti i premi vinti.