Samhain 2021

clouds under full moon
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Spero che le premesse di quest’anno siano più promettenti di quelle dello scorso anno e che il tuo sguardo stasera possa posarsi soprattutto sulle luci che ti accompagnano nel tuo cammino e sulle cose che si sono fermate per fare spazio a nuove gioie.

Non sapevo come iniziare questo post. A dire il vero stavo quasi scordandomi di farlo e so che me ne sarei poi pentito. Stamattina però ho ricevuto questo messaggio di auguri per Samhain da una persona che non sento spesso, ma che ritengo amica a distanza e che ha trovato le parole perfette per introdurlo. Un segno, no?

Se credessi nei segni sì.

Se credessi nei segni considererei tale anche l’incassare a sorpresa 400 euro il giorno dopo averne spesi altrettanti per il mio ritorno a Londra ai primi di dicembre.

Se credessi nei segni probabilmente leggerei molto più del dovuto in innumerevoli situazioni in cui mi sto trovando, nelle dinamiche, nei percorsi di scoperta di ciò che voglio, ciò che non voglio, ciò che accetto e ciò che rifiuto.

Ma anche non credendo nei segni è indubbio che ci sono momenti in cui si percepisce un movimento, un cambiamento, come quando una grossa nave su cui ci si trova sembra spostarsi ma non sai ancora se è una tua impressione, se è solo un assestamento, qualche onda, qualche bambino che corre sul ponte o se davvero quella vibrazione indica che il viaggio è iniziato. E tu non sai neanche quale sia la destinazione, ovviamente.

Samhain arriva nel momento più dinamico degli ultimi due anni, in un anno che ha stravolto ulteriormente le carte, a volte per mia azione, molto più spesso per pura situazione. Anche solo notare le differenze con un anno fa è impressionante: le persone che sento più spesso non sapevo neanche esistessero ai tempi, Astronomiti era sospeso da poco e non definitivamente concluso e la persona con cui lo facevo era elemento importante della mia vita, Polo Nerd usciva senza pause, un altro lockdown era alle porte, ero in contatto con persone molto più inclusive a parole che nei fatti, almeno verso qualcuno, non c’era ancora ClubHouse e ciò che ha portato, l’audiolibro era ancora in corso di uscita e molto, molto altro ancora.

Non ero a Lucca allora come non lo sono quest’anno e oggi mi brucia molto. Veramente molto. Nonostante l’abbia deciso io.

Anche solo negli ultimi due mesi i movimenti sono stati simili a quelli di un mare in tempesta. Ho conosciuto più persone di quante ne avessi incontrate nei dieci anni precedenti, con alcune è scattata una potenziale amicizia, con altre c’è a malapena la cortese conoscenza, ma resta il fatto che ogni tipo di interazione permette di arricchirsi, assimilare e imparare, nel bene e nel male, e di riconoscere dove risiede la vera nobiltà d’animo e non soltanto pochezza più o meno ripulita. Ho fatto orari che neanche sapevo di poter ancora fare. Ho fatto un abbonamento a teatro. Mi sono appena (letteralmente, pochi minuti fa) iscritto a una lezione di prova di un corso di recitazione. Sto facendo letture che pubblico su instagram e tik tok e la cosa mi sta piacendo un sacco.

Ci sono stati un paio di appuntamenti che non hanno portato nulla con sé, ma anche questo fa parte del capire cosa voglio, cosa no e che meccanismi sono disposto a imparare e quali no. Va bene così.

Il movimento c’è, è percepibile e se posso fare un augurio a chi mi legge in questo momento è proprio quello: che ci sia movimento. Che la vostra vita stia chiudendo ciò che c’è da chiudere per fare spazio a ciò che di nuovo meritate. Che vi rendiate conto di meritarlo. Che vi rendiate conto che a volte non ottenere ciò che in un certo momento si desidera è la più grande fortuna che ci possa capitare. L’anno stanotte muore. Da domani i semi cominceranno a dormire sotto i ghiacci, pronti a un nuovo germoglio. Vi auguro di essere pronti ad accoglierlo. Ve lo dovete. Ce lo dobbiamo.

Da febbraio faccio una seduta alla settimana con una psicologa e resta una delle migliori scelte fatte non solo quest’anno ma in genere e proprio con lei l’altro giorno mi è tornato alla mente un ricordo.

Secoli fa, prima di questo blog, per capirci, ebbi una breve storia/avventura con una persona che mi fece volare per poi lasciarmi schiantare molto male. Stavo male. Molto. Ero diventato apatico, non facevo nulla di ciò che mi piaceva, ero svuotato.

Poi mi sono rialzato. Sono tanti i fattori che contribuirono – e non voglio in alcun modo sottovalutare il mio meccanismo di autoprotezione che per fortuna prima o poi si innesca – ma ora mi interessa che lo feci. E quando fui di nuovo in piedi mi sentii di nuovo me stesso. Completo, sicuro, integro.

Ai tempi si usava MSN Messenger (chi se lo ricorda?) ed era abitudine aggiornare lo status, un po’ come per un po’ si è fatto in seguito su Facebook. Io lo aggiornai, in modo un po’ cringe, lo ammetto, con “coming back from far away” perché era così che mi sentivo: ero tornato dopo essere stato molto, troppo lontano.

Ecco, questa settimana ho iniziato a sentirmi come allora. Non sono sicuro che il percorso sia terminato, probabilmente no, ma sono tornato. Sto tornando a essere io. Completo. Con la testa alta. Con pochi cazzi e con nessuna voglia di perdere tempo con chiunque e qualunque cosa non valga la pena.

E forte, molto più forte, perché a ciò che già ero si somma quello che ha superato tutto ciò che ha dovuto affrontare negli ultimi anni.

Si parla spesso della versione migliore di noi stessi: l’ho raggiunta? No, non sono così presuntuoso o di corto sguardo da esserne convinto, ma di certo la strada è questa.

So chi sono.

Sono tornato.

Per Samhain.

E ora sono cazzi.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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