Chiacchiere da bar? (aka Il consenso, questo sconosciuto)

Da circa una settimana sono iscritto a Clubhouse, il nuovo social costituito solo di stanze in cui si parla a voce e che sto frequentando saltuariamente per lo più in cazzeggio (tra l’altro se ci siete seguitemi pure, sono oldmanaries, che martedì sera facciamo una stanza per parlare di WandaVision).

Ma non è di Clubhouse in sé che voglio parlare oggi, bensì di un qualcosa che è saltato fuori ieri sera e che non voglio sottovalutare.

Sono finito in una stanza di chiacchiere varie, non conoscevo nessuno e solo dopo ho scoperto che uno degli speaker/moderatori era stato in una qualche edizione più o meno recente del Grande Fratello. A un certo punto proprio questo tizio inizia a dire che lui ha una regola che negli appuntamenti ha un tasso di successo del 66% (sic): la regola dell’uomo nudo.

Senza che nessuno gli chiedesse dettagli ha sentito l’esigenza di specificare, raccontando di aver sperimentato che in un appuntamento, quando si è a casa propria o dell’altra persona, se la controparte si assenta per un po’ per preparare da bere, andare in bagno o altro, basterebbe farsi trovare nudi per concludere alla grande (leggi: finendo a letto) la serata. Ribadisco: percentuale di successo (a suo dire) del 66%.

Io sono inorridito e nella stanza ci sono state reazioni contrastanti. Qualche uomo gli ha dato man forte, qualcuno l’ha definito “colorito”. Quando gli si è fatto notare che una cosa del genere era inaccettabile (qualcuno ha aggiunto al primo appuntamento, ma ci torno), si sono affrettati ad aggiungere che “no, cosa vuol dire, è chiaro che va fatto solo se sai dove la serata va a parare”, che ha ricevuto in risposta “e negli altri casi c’è la galera”.

Io ho ribadito più volte che ci sarebbe una cosa che si chiama consenso che andrebbe presa in considerazione e che quella situazione era a tutti gli effetti una molestia, dopo di che il discorso è stato spostato altrove (e io me ne sono andato dopo poco).

Ecco, però. Queste sono uscite che spesso vengono ritenute “chiacchiere da bar” e che ora si sono spostate in una stanza virtuale, ma che non avreste problemi a trovare in uno dei tanti gruppi facebook, telegram e via dicendo; ovunque siano, denotano un problema che ancora troppe volte non viene affrontato come tale: il concetto di consenso.

Quella che ha descritto il tizio qui sopra è una molestia e una violenza, non ci sono altri termini adeguati per definirlo. Lo è perché niente vi autorizza a dare per scontato che quel comportamento sia ben accetto dalla persona con cui siete in quel momento. Non che sia il primo, il secondo o il decimo appuntamento. Nulla. A meno che quella persona non abbia espresso chiaramente il suo desiderio di fare sesso con voi al suo ritorno, voi state avendo un comportamento inaccettabile e condannabile.

“Beh, ma se sai che va a finire così, allora…” allora NIENTE, perché nella maggioranza dei casi chi dice di sapere che andrà a finire in un certo modo lo fa dall’alto di una propria autoconvinzione che spesso non ha riscontri nella realtà. Non solo, un consenso espresso in precedenza non è detto rimanga valido: il consenso può essere tolto, la persona davanti può decidere di non avere più desiderio, di non sentirsi a suo agio, di avere semplicemente cambiato idea. Neanche se il vostro appuntamento è nato con l’esplicita intenzione di andare a letto insieme potete darlo per scontato. Può essere revocato.

Perché vi sia più chiaro (lo dico soprattutto agli uomini, ma ricordiamoci che vale per tutti): immaginatevi a parte invertite in una situazione in cui non siete sessualmente attratti dalla persona con voi. Può essere perché siete etero e la persona è del vostro stesso sesso o per mille altri motivi. Ma immaginate che sia una persona con cui mai potreste ritenere accettabile di avere un rapporto sessuale. E poi immaginate di trovarla nuda nel vostro (o nel suo) soggiorno dopo che vi siete assentat*. Ecco, quello è il concetto di mancanza di consenso che non riuscite a fare entrare nelle vostre teste perché vi fa comodo non farlo.

Nulla autorizza a un comportamento che dia per scontato il consenso a un rapporto sessuale e chiunque lo faccia, arrivando a estremi come questa assurda “tecnica dell’uomo nudo” sta commettendo una violenza. Niente dì più, niente di meno.

E forse sarebbe il caso di iniziare a impararlo o non usciremo dalla cultura dello stupro e del victim blaming.

Nota aggiuntiva post pubblicazione: Valentino mi ha fatto scoprire che la teoria dell’uomo nudo nasce da alcuni episodi di How I met your mother. Il che, per certi versi, rende la cosa ancora più grave, perché il personaggio in questione ha fatto il bullo usando una “teoria” ovviamente esagerata inserita in una serie tv e nata da un personaggio formalmente problematico per spacciarsi per un vero uomo navigato. Non cambia neanche lontanamente il concetto di consenso, anzi, mostra come si possa considerare figo un comportamento volutamente problematico e quanto anche questo vada corretto.


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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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