Ringraziando
28 novembre. Giorno del Ringraziamento secondo il calendario statunitense. Sono ormai anni che lo rubo impunemente macchiandomi di appropriazione culturale, esterofilia estrema e tutto quello che volete. Anni che cerco di fermarmi un secondo e ricordarmi che, per quanto molte cose non siano come le vorrei, per quanto troppe siano ancora da sistemare, tante altre ancora meritano di essere ringraziate.
È un esercizio necessario, che sicuramente non andrebbe fatto una volta l’anno ma una al giorno, ma intanto ci si prova.
Lo faccio a maggior ragione perché – che sorpresa – non è un periodo in cui l’umore è al top ed è giusto, necessario e fondamentale che mi tenga stretto i motivi per cui bisogna continuare a farlo.
E lo faccio, perché no, anche per ispirare chi mi leggerà. Perché magari anche a voi può servire, no?
Ringrazio, sempre, come prima cosa di poter camminare.
Ringrazio per le tre pesti che mi hanno salvato quando stavo andando a fondo. Per ogni volta che Sheppard viene a chiedere da mangiare, fa gli occhi a palla e gioca come un cucciolo. Per ogni miagolata di Sissi e Sasha la sera, quando vogliono giocare. Per ogni volta che Sasha mi si sdraia tra le gambe o Sissi litiga il suo posto a letto.
Per ogni singolo graffio nel cartongesso in corridoio.
Ringrazio di aver terminato di scrivere il romanzo e ringrazio ancora di più chi l’ha letto e chi lo sta leggendo. Ringrazio anche chi è sparito, giusto perché i termini di confronto sono sempre utili.
Ringrazio di essermi lanciato nel podcast e, di conseguenza, Giuseppe: senza di lui non avrei sicuramente iniziato, non così, non in questi tempi, forse no a prescindere. Non è facile lavorare con me. Lo è ancora meno quando si è amici. Eppure lui ce la fa, come non ringraziarlo?
E ovviamente ringrazio delle tante persone che ci ascoltano, perché l’emozione di sapere che qualcosa che crei arriva, piace, è attesa e accolta è indescrivibile.
E altrettanto ovviamente ringrazio Andrea, Simone, Laura, Francesca, Simona, Matteo, Claudia, Raffaele, Gabriele, Lamberto, Camilla, Stefano, Costanza, Julien, Immanuel, Romina, Tito, Marco, Lelio, Lrnz, Jacopo, Nicola, Nanni, Giulio, Ayah, Dimitri e Fabio per essere stati ospiti o intervistati. Il vostro contributo è stato fondamentale. Grazie davvero.
Ringrazio di avere persone che mi vogliono bene. Di avere accanto Simona, Giuseppe, Matteo, Giorgia. Ma anche di poter cazzeggiare con Salvatore, Eleonora, Cristiana, Maria, Marco, Bernardo, Maria, Melly e Matteo. E di avere regolarmente qualcosa da dire con Elly o Ale. E dei regali nerd di Elly, ovviamente.
Ringrazio degli scambi di messaggi con Alessia, siano perché sta leggendo il romanzo (e mi fa arrossire ogni volta), perché è entusiasta per il podcast o perché vuole commentare qualcosa con me.
Ringrazio perché ho visto addirittura due volte Costanza, ma non ringrazio per il fatto che sono ancora eventi eccezionali. Chi ci deve sopportare quando parliamo, invece, forse ringrazia anche di quello.
Ringrazio di essermi fatto fotografare da Chiara. E che da lì sia nata un’amicizia. E ringrazio delle nostre serate al cinema per vedere film impegnatissimi.
E grazie per le persone a cui voglio bene ma sono lontane, perché la rete può covare tanti mali di questo mondo, ma se non esistesse queste persone non sarebbero nella mia vita e tanto basta. Non ringrazio della loro distanza, quello no. Non le cito neanche una per una. Se vi viene il dubbio che siate inclusi, allora probabilmente la risposta è sì, lo siete. Ma io sono rincoglionito e qualche nome resterebbe fuori.
Ringrazio dei genitori di Simona, che non hanno mai smesso di farmi sentire in famiglia.
Ringrazio delle nuove conoscenze di quest’anno, che di posto ce n’è sempre, a volte pure troppo.
Ringrazio dei viaggi, degli spettacoli, di Neil Gaiman, di Good Omens, di A midnight’s summer dream.
Ringrazio per Endgame.
Ringrazio per l’affettato di Quorn.
Ringrazio che ci sono ancora esseri umani che mi fanno pensare ci sia speranza.
Ringrazio di sapermi emozionare.
Ringrazio di aver deciso di cambiare commercialista.
Ringrazio delle domande che mi faccio.
Ringrazio di non essere disposto a fermarmi, anche se la tentazione a volte è forte.
Ringrazio di chiunque, in qualunque momento, decida di mettersi in contatto per sentirmi. Solo per sentirmi.
Ringrazio di essere vegetariano.
Ringrazio del futuro concerto di Paul McCartney, del Cirano di McAvoy, di Ian McKellen.
Ringrazio dell’abbonamento al Post e del vedere che qualche giornalista ancora degno di questo nome esiste ancora.
E della giornata a Faenza.
Ringrazio per i dinosauri.
Ringrazio di essere non dico in salute, ma quanto meno non completamente acciaccato.
Ringrazio chi, anche ora, si ostina a leggermi qui sopra. Siete testardi e vi adoro per questo.
Ringrazio, sempre, di Londra.
Ringrazio che ci siano ancora cose per cui ringraziare che sono certo che mi sto scordando.
Ringrazio, a 45 anni, di non essere ancora appagato. Che è e sarà sempre la mia maledizione, ma è anche ciò che mi continua a far sentire vivo. Anche quando sono stanco. Anche quando sono insoddisfatto. Anche quando dimentico per cosa ringraziare.
Grazie.