2×05 Shadow Puppets

Arrivati a metà stagione, pare evidente come Counterpart sia ormai strutturata in modo da fornire allo spettatore nuove rivelazioni, molte delle quali ben poco prevedibili e alcune non si sa quanto funzionali, mentre procede nello sviluppo più o meno veloce delle dinamiche di trama orizzontale.

Shadow Puppets, che funge da giro di boa, non fa eccezione e pone in essere alcuni cambiamenti che avranno sicuramente effetto nella seconda metà della stagione mettendoci contemporaneamente a parte di alcune verità che al momento sembrano esclusivamente sfumature, ma che potrebbero sfociare – come già in precedenza nella serie – in qualcosa di molto più importante.

Un esempio da manuale è quello di Ian, che si rivela essere ben più del suo semplice ruolo di supporto/compagno-ma-forse-non-più di Emily Prime. Ian è un rifugiato del mondo Alpha. Era addirittura sposato, in quel mondo, con la controparte della donna da lui incrociata alcuni episodi fa. Il Management l’ha accolto, gli ha dato una nuova identità ritenendolo, probabilmente, una risorsa sfruttabile tanto quanto le controparti rinchiuse in Echo.

Ed è proprio Echo che in questo episodio ha uno dei ruoli principali. Il piano di Mira giunge al termine e scopriamo che è più sensato di quanto apparisse inizialmente: quando la donna aveva cercato di far inviare Howard Alfa nella struttura non era sembrato ben chiaro il perché; Howard aveva conoscenze di cui ancora non sapevamo nulla? Che importanza un uomo come lui poteva avere per Mira? Ora sappiamo che, non per la prima volta nella sua vita, Howard si era trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato: Mira, non conoscendo la posizione di Echo, aveva bisogno di tracciare qualcuno inviato appositamente. Chi meglio del protagonista?

Ciò che spiazza è la nuova rivelazione del motivo dell’attacco a Echo: niente meno che lo stesso Yanek. L’uomo, infatti, non solo sembra essere il padre di Mira (carramba!), ma rivela ad Howard di essere stato presente all’evento che ha sdoppiato i mondi. Non solo, afferma letteralmente di esserne stato la causa. Il come e perché verranno probabilmente analizzati nei prossimi episodi, ma non possiamo certo dire che la serie ci stia lasciando senza mostrarci ciò che vogliamo. Anzi, spesso ci dà qualcosa che non sappiamo ci possa interessare finché non la scopriamo e ne vogliamo di più.

[pullquote]Se in altre serie le realtà alternative sono una scusa per mostrare diverse versioni dei personaggi, in Counterpart il focus è sul momento di allontanamento, su ciò che davvero ha reso un individuo unico qualcosa di così differente[/pullquote]

L’utilizzo di Echo, come già detto in precedenza, è funzionale anche all’esplorazione di ciò che ha differenziato  i vari personaggi. Giova ripetertelo: se in altre serie basate sulle realtà alternative le differenze tra i vari universi sono prese come sono, senza alcun interesse ad approfondire il come e il perché, in Counterpart il focus sul momento di allontanamento è fondamentale. Le controparti, quelle quanto meno nate prima dell’evento, sono sostanzialmente le stesse persone che hanno intrapreso un percorso diverso, fosse anche solo per un’impercettibile scelta.

Il lavoro di Yanek, volto a scoprire esattamente quel momento, l’ha legittimamente convinto che tutti gli individui abbiano al proprio interno più nature, ma che solo una di queste possa prevalere e che, nelle giuste condizioni, quella più egoista finirà per uscire: peccato che non avesse mai incontrato un uomo come Howard prima il quale, lo ammette lui stesso, sembra resistere a ogni tentativo di dimostrare questa teoria.

Howard, pur mantenendo in sé il potenziale di Prime, è evoluto come uomo forse meno deciso e cinico, ma più radicato nei propri principi e nella sua moralità: una base che più volte ha fatto sì che venisse considerato debole e maschio beta (si veda anche l’atteggiamento accondiscendente di Naya verso chi ritiene essere il nostro Howard), ma che si sta rivelando sempre più l’essenza di una forza che troppi non capiscono e che gli garantisce di uscire vivo da Echo.

Ma oltre ad Howard non si può sorvolare sull’approfondimento relativo a Peter. Che Quayle sia, in tutte le sue incarnazioni, un uomo con ben poche qualità, vile, fragile e inetto è ormai più che assodato. Il fatto è che mentre Peter Prime, a causa probabilmente del suo essersi perso allo stadio da ragazzo, ha sviluppato una dose di empatia e umanità che sono diventate potenzialmente le sue uniche doti, queste mancano alla sua controparte Alfa, al Peter che conosciamo dalla prima stagione, e pertanto lo rendono, usando le parole di Howard, il peggiore dei due, sebbene Prime possa pensare il contrario dopo anni di reclusione.

D’altronde si noti come, di nuovo, Peter ha non-gestito la crisi legata a Lambert. Ha provato a delegare ad Howard Prime, si è fatto trascinare dalle richieste del diplomatico, è stato travolta dal suo omicidio e ha chiesto disperato a Prime aiuto per uscire dal disastro, come un adolescente che ha rubato la macchina del padre, ha guidato ubriaco, ha ucciso qualcuno in un incidente e ora vorrebbe che il genitore gli salvasse le chiappe. Ma Prime non è certo l’esempio di un uomo comprensivo, differentemente da Alfa, e il suo unico suggerimento è di – letteralmente – andare a uccidersi. Se anche avessimo avuto dubbi relativi a quanto i due Howard fossero diversi, questi sono del tutto dissolti, così come i sospetti che Peter potesse fare qualcosa di anche solo vagamente utile o intelligente.

La sua mancata morte, pur prevedibile, ha infastidito chi scrive, che sta iniziando a non reggere più il personaggio, ma pone anche una nuova domanda fondamentale: perché, davvero, Peter è così importante da far sacrificare un agente di Indigo per salvarlo? Considerando la posizione di Clare/Shadow, sembrerebbe che il suo ruolo a questo punto della vicenda possa considerarsi ridondante, per cui evidentemente c’è qualcosa che non sappiamo.

Ma anche Peter e Indigo non sanno alcune cose, tipo che mentre l’uomo stava per uccidersi, lei recuperava il tempo perduto (da leggere come ci dava dentro come non ci fosse un domani) con Spencer, l’amico dato per morto e opportunamente tornato in auge giusto in questo momento. Difficile comprendere cosa davvero sia ormai nella testa della donna: come agente di Indigo ha sempre creduto nella causa in cui è stata indottrinata, ma la nascita della figlia e la scoperta della vera causa della morte dei suoi genitori hanno cambiato tutto.

In quest’ottica come va letto il ritorno di Spencer e il suo abbassare la guardia (sempre che di questo si tratti) nei suoi confronti? Che Mira e Indigo stiano usando Spencer per rimetterla in riga? Possibile, ma in realtà nessuno dovrebbe essere a conoscenza delle recenti scoperto di Clare. Che sia tutto come lo stiamo vedendo? Forse così sarebbe troppo facile. Di certo la seconda metà della stagione sarà all’insegna dell’imprevedibilità, più che mai.

Nota a margine: Harry Lloyd, in questi episodi, sta dimostrando le sue enormi capacità attoriali così come già Simmons Olivia Williams  prima di lui. L’interpretazione di un personaggio così simile eppure così diverso non è semplice da rendere credibile e le sfaccettature che l’attore trasmette riescono perfettamente nel compito.

Chiudiamo con quello che sta diventando il consueto punto della situazione.

L’identità di Shadow dovrebbe, di nuovo, essere stata coperta grazie al sacrificio della segretaria di Peter. Che questo alleggerisca il carico di sospetti sull’uomo è da vedersi, ma qualche distrazione è stata inserita. Il ruolo di Howard Prime è sempre più in discussione: nessuna delle sue azioni ha ottenuto i risultati sperati ed Emily, grande assente dell’episodio, sembra non essere già più controllabile. Entrambi i Lambert sono morti, tutti e due in modo quanto meno cruento. Il piano di Mira procede senza ostacoli anche se, così viene detto, in modo diverso dal previsto. Ma, soprattutto, Howard Alpha è finalmente libero e questo, siamo certi, farà un’enorme differenza.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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